Ko finanziario per la «Victoria»
A Ponte chiude la palestra di Messi

La palestra «Victoria» di Ponte San Pietro, nata nel 2006 dal sogno del campione di pugilato Luca Messi e punto di riferimento per moltissimi bergamaschi da oggi interrompe le sue attività nella sede di via San Clemente, dove lavorano 31 persone.

La palestra «Victoria» di Ponte San Pietro, nata nel 2006 dal sogno del campione di pugilato Luca Messi e punto di riferimento per moltissimi bergamaschi da oggi interrompe le sue attività nella sede di via San Clemente, dove lavorano 31 persone. Un ko improvviso, che ha spiazzato gli oltre mille iscritti e il mondo dello sport (qui si allenano le pallavoliste della Foppapedretti e diversi giocatori atalantini) e che è il risultato di un contenzioso economico, legato al pagamento dell'affitto, tra la società di Luca Messi e i proprietari dell'immobile. Contenzioso che, è bene precisarlo subito, non riguarda la piscina «Acquateam» e il Centro medico Ponte, che con la palestra fanno parte del centro sportivo «Planet Sport» di recente riconosciuto dal Coni regionale: queste due strutture proseguono regolarmente la loro attività. E gli abbonati alla palestra? Messi ha già stretto accordi con quattro palestre della provincia (in queste ore si attende la risposta di una quinta) disponibili ad accogliere i soci con lo stesso abbonamento sottoscritto a Ponte.

«È un duro ko – commenta Luca Messi – ma fare l'imprenditore in Italia ormai è diventato impossibile, di fatto vengo costretto a chiudere. Nella vita, come sul ring, non mi arrendo mai, ma dal ko questa volta non credo riuscirò a rialzarmi».La vicenda vede contrapposte la società Element srl che gestisce la palestra – di cui è socio con Luca Messi anche Omar Gentile, presidente regionale della Federazione pugilistica – e la Riro srl, del Gruppo Roncelli Costruzioni di Brembate Sopra, proprietaria dell'immobile. Tutto inizia nel 2008, a due anni dall'apertura, quando Messi sospende il pagamento dell'affitto e riceve lo sfratto per morosità: «Ho sospeso i pagamenti – spiega il pugile, assistito dall'avvocato Luca Del Bue – per malfunzionamenti agli impianti di aerazione, riscaldamento e condizionamento, poi parzialmente sistemati dalla proprietà durante la causa». Diversa ricostruzione dei proprietari: «Gli impianti – spiega un portavoce del Gruppo Roncelli, seguito nella vicenda dall'avvocato Mauro Fiorona – sono stati tutti sistemati prima dell'avvio della causa e possiamo documentare che non c'è alcun difetto».

«Il mio più grande rimpianto – conclude Luca Messi – è sapere che Ponte San Pietro aveva un centro riconosciuto dal Coni regionale come centro ufficiale per la provincia. Ora mi trovo ad aver pagato beni per oltre 300 mila euro, ma senza palestra e con più di mille iscritti. Non voglio però apparire come quello che chiude fregandosene: grazie a imprenditori seri, darò ai clienti la possibilità di utilizzare il loro abbonamento in altre quattro palestre ben attrezzate. Inoltre ci sarà un info point al centro medico di Planet Sport». Le quattro palestre disponibili sono i centri «Seven Club» di Almè, Mozzo e Pontida insieme a «Il Club» di Azzano San Paolo, mentre un quinto centro potrebbe aderire in queste ore. E ci sarebbero già due palestre che hanno proposto a Messi di collaborare per corsi e iniziative.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 25 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA