In ritardo per la sepoltura al cimitero
«Riaprite la bara, dobbiamo pregare»

Friday Rinose, 26 anni, nigeriano, è sepolto da martedì nel campo comune del cimitero di Bergamo: è morto - solo - il 27 ottobre all'ospedale Humanitas Gavazzeni, stroncato da un male devastante. E da solo, senza nessuno che lo piangesse, è stato sepolto.

Friday Rinose, 26 anni, nigeriano, è sepolto da martedì nel campo comune del cimitero di Bergamo: è morto - solo - il 27 ottobre all'ospedale Humanitas Gavazzeni, stroncato da un male devastante. E da solo, senza nessuno che lo conoscesse da vivo a piangere sulla sua bara, è stato messo sotto terra, mercoledì mattina alle 11.

I suoi connazionali e parenti, sono arrivati tre quarti d'ora dopo, proprio mentre gli addetti della Bergamo onoranze funebri stavano ultimando l'inumazione: non vedendo ormai neppure più la bara, non hanno esitato a chiedere prima con calma di riportarla alla luce (perché «dobbiamo pregare davanti al suo volto»), poi, con toni sempre più agitati (davanti ai dinieghi degli addetti - «È vietato dalla legge italiana»), chiedendo perfino le pale «così lo tiriamo fuori noi».

Si è rischiata la rissa e la tensione è salita con il passare delle ore: il gruppo è aumentato, fino a oltre 50 persone, arrivate alla spicciolata al Monumentale, mentre gli addetti della Bergamo onoranze funebri avvertivano i carabinieri, i vigili, la Digos e nel primo pomeriggio, arrivava sul posto anche il dirigente dei Servizi cimiteriali del Comune, Giovanni Cappelluzzo. La situazione si è risolta dopo le 16,30, ci sono stati momenti critici , nonostante sia stato spiegato più volte che per legge non era possibile riesumare la bara né aprirla, e che quanto accaduto non era colpa di chi aveva effettuato la sepoltura.  I conoscenti non volevano sentire ragioni.

Leggi di più su L'Eco in edicola mercoledì 7 novembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA