Quali materiali al cantiere della Fara?
A due periti l'incarico di rispondere

Sono il geologo Giampaolo Sommaruga di Varese e l'ingegner Paolo Rabitti di Mantova i periti nominati dal gip Tino Palestra per fare chiarezza sulla natura del materiale riversato nel cantiere della Fara. L'incarico ai due esperti è stato conferito questa mattina.

Sono il geologo Giampaolo Sommaruga di Varese e l'ingegner Paolo Rabitti di Mantova i periti nominati dal gip Tino Palestra per fare chiarezza sulla natura del materiale riversato nel cantiere della Fara. L'incarico ai due esperti è stato conferito questa mattina.

I due periti dovranno ora compiere tutti gli accertamenti necessari a stabilire con precisione quali sostanze pericolose siano contenute nei materiali di riempimento conferiti dall'impresa Locatelli in via Fara e se i parametri limite di queste sostanze siano da considerarsi quelli riferiti alle aree ad uso commerciale (che hanno soglie di tolleranza più elevate), oppure quelli che riguardano le aree sensibili dal punto di vista ambientale (che hanno tetti di riferimento più bassi).

Gli esperti incaricati sono gli stessi che si stanno occupando delle varie inchieste che riguardano le imprese del gruppo Locatelli di Grumello del Monte, compresa quella per presunto traffico di rifiuti sotto la Brebemi.

Il processo riguardante la Fara vede indagati l'imprenditore Pierluca Locatelli e quattro suoi collaboratori, che all'epoca dei fatti rivestivano ruoli nelle aziende del gruppo di Grumello del Monte: Luca Piero Milesi, di Grumello, Andrea Fusco, di Costa Mezzate, Giovanni Rocca, di Grumello e Corrado Sora, di Grumello

A loro vengono vengono contestati i reati di gestione non autorizzata di rifiuti, in violazione dell'articolo 256 del Testo unico ambientale, ma anche frode in pubbliche forniture, a danno del Comune di Bergamo e della Bergamo Parcheggi Spa, partecipata per il 32% da Atb.

L'inchiesta era partita da uno scrupolo, dopo che Pierluca Locatelli era finito sotto indagine con l'accusa di aver smaltito in modo illecito rifiuti sotto il sedime della Brebemi. Si era andati così a esaminare se nei 25 mila metri cubi scaricati a inizio 2009 dalla ditta come argine alla frana di via Fara non si celassero sostanze illecite. Nel gennaio scorso, durante un sopralluogo dell'Arpa e del Corpo forestale, erano state scoperte tracce di cromo, idrocarburi e arsenico. Le sostanze rientrano nei valori stabiliti per la destinazione a uso commerciale, come è quella di un parcheggio, ma è anche vero che l'opera va a inserirsi in un ex parco faunistico e in un contesto ambientale di pregio, in teoria (secondo alcune interpretazioni) sottoposta a vincoli più rigidi. C'è stata dunque una violazione delle normative ambientali oppure no? È quello che l'inchiesta dovrà stabilire, così come dovrà chiarire se i materiali conferiti erano conformi a quelli richiesti dai committenti oppure no (di qui la presunta frode in pubbliche forniture).

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