La mensa dei poveri in stazione
Invernizzi: non nel parcheggio

Nel 2013 dovrebbero concludersi i lavori alle Autolinee e qui sorgerà anche la nuova mensa dei poveri gestita dal Servizio Esodo del Patronato San Vincenzo. Sull'agomento in Comune si è aperto un dibattito sulla gestione della sicurezza.

Nel 2013 dovrebbero concludersi i lavori alle Autolinee e, accanto al parcheggio multipiano in costruzione, sorgerà anche la nuova mensa dei poveri gestita dal Servizio Esodo del Patronato San Vincenzo. Sarà una struttura di 50 posti con un'area per la preparazione dei pasti migliore e più ampia di quella attuale. La struttura è inserita nel progetto e quindi non dovrebbero esserci sorprese dell'ultima ora. Ma il condizionale è d'obbligo perché dopo il caso stazione con l'incendio dei vagoni e tutto quello che ne è seguito, in Comune si è aperto un dibattito sulla gestione della sicurezza anche nell'area delle Autolinee.

Nell'ultima Giunta è stato avviato un confronto per capire come affrontare la presenza di clochard, tossicodipendenti e spacciatori in un'area dove sono in atto i lavori urbanistici di riqualificazione di tutto il polo intermodale. Il biglietto da visita in ingresso alla città rischia di ricevere una ripulita alle strutture ma poi di conservare le stesse problematiche di sempre in tema di degrado sociale.

Il dibattito in maggioranza ha ovviamente registrato toni e impostazioni diverse: da quelle più decise dell'assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi a quelle più diplomatiche dell'assessore ai Servizi sociali Leonio Callioni. Invernizzi è stato chiaro: «L'idea è di rivedere il progetto della mensa accanto al parcheggio perché c'è il rischio che diventi un magnete di attrazione del degrado. Sarebbe meglio mettere in quello spazio un presidio di soccorso come ad esempio la Croce rossa per interventi d'emergenza. Il nostro ragionamento è quello di rendere il servizio più funzionale sia ai poveri sia ai cittadini. Dobbiamo difendere entrambi. Come è stato gestito finora, il servizio mensa non ha garantito una maggiore vivibilità della zona e non mi sembra che abbia dato risposte con una prospettiva alle persone disagiate».

Più sfumata la posizione dell'assessore Callioni: «È vero che è stato avviato un ragionamento, ma non è focalizzato sulla mensa di don Fausto Resmini, bensì cerca di allargare alle Autolinee, a via Bonomelli fino a via Quarenghi il modello applicato in stazione. Ho ricevuto molte segnalazioni di cittadini che lamentano il degrado mentre aspettano il pullman. Come amministratore ho il dovere di farmi carico anche delle esigenze dei cittadini e di migliorare il servizio. Rispetto alla Lega, io non sono per il presidio medico al posto della mensa. Don Fausto è rassicurato dal progetto dell'assessore Saltarelli che prevede la mensa accanto al parcheggio. Però dico anche che abbiamo intenzione di applicare il modello stazione anche alle autolinee e quindi apriremo un tavolo per confrontarci con chi opera nella zona. Io non voglio chiudere la mensa, ma valorizzarla. Come? Ce lo dirà don Fausto, anche solo per riconoscenza all'enormità del servizio che ha sempre svolto».

Sul fronte Lega si è mossa anche la segretaria cittadina Luisa Pecce Bamberga: «Logisticamente non va bene la compresenza di parcheggio e mensa, ma al momento non abbiamo una soluzione alternativa. Vogliamo solo allargare il discorso affrontato in stazione dove il progetto "Terre di mezzo" funziona bene con un cammino di accoglienza e recupero delle persone in difficoltà. Ci sono esempi positivi anche in altre città, come Reggio Emilia. Il caso autolinee va riesaminato con un approccio più globale che metta al centro l'individuo e non il soddisfacimento dell'esigenza impellente».

Don Fausto Resmini, responsabile del servizio Esodo, ha le idee chiare, anche se nessuno da Palazzo Frizzoni lo aveva avvisato del dibattito in corso. Da oltre vent'anni don Fausto è il volto accogliente della stazione. Nel corso del tempo il servizio è cresciuto, è diventato un punto di riferimento fondamentale per gli emarginati che ogni giorno e ogni notte gravitano intorno alle Autolinee. Ci sono gli educatori, che affiancano i percorsi di reinserimento di chi vive in strada, i volontari dell'associazione In Strada. E c'è la mensa, che ogni sera offre decine e decine di pasti caldi. «Se sono talmente preoccupati da pensare di togliere la mensa dalla stazione, noi un camper per distribuire i pasti ce l'abbiamo» dice don Fausto. E la sua provocazione nasconde un convincimento radicale: «Non credo che la povertà debba essere nascosta, anzi: la povertà va illuminata. Aiutare i poveri significa anche renderli visibili alla città». E sulla possibilità che il servizio in stazione possa essere, suo malgrado, un collettore di criminalità, don Fausto è categorico: «Ma credete che la criminalità sia solo in stazione o in strada? O è la povertà che spaventa? Il servizio in stazione non è una calamita per chi vuole delinquere, tutt'altro, è un deterrente, proprio perché è un punto di riferimento sicuro per chi non ha niente ed è costretto a vivere ai margini». E il dibattito in Giunta? La posizione della Lega? Don Fausto non vuole andare oltre: «Mi limito a dire che staremo con i poveri, come abbiamo sempre fatto».

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