Campagna «Libera la Domenica»
La Confesercenti accanto alla Cei

Confesercenti ha lanciato la campagna «Libera la Domenica», promossa insieme a Federstrade con il sostegno della Cei, per la raccolta delle firme necessarie a una legge di iniziativa popolare che riconduca alla Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali.

Confesercenti ha lanciato la campagna «Libera la Domenica», promossa insieme a Federstrade con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, per la raccolta delle firme necessarie a una legge di iniziativa popolare che riconduca alla Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali, limitando gli eccessi introdotti dalla liberalizzazione e garantendo la giusta concorrenza. Il sito ufficiale della campagna è consultabile all'indirizzo www.liberaladomenica.it .

«Un impegno - ha spiegato il presidente nazionale di Confesercenti Marco Venturi - il cui obiettivo non è quello di vietare aperture festive e domenicali, ma di renderle compatibili con le effettive esigenze di imprenditori e consumatori».

Confesercenti sottolinea che nei suoi primi 10 mesi di vita il provvedimento non ha incentivato i consumi, mentre ha favorito la grande distribuzione a scapito della piccola e media impresa. Alle 100 mila imprese già perse andranno infatti aggiunte altre 80 mila che chiuderanno nei prossimi cinque anni, con la conseguente scomparsa di circa 240 mila posti di lavoro.

Bergamo in prima fila - Anche la Confesercenti di Bergamo, da sempre impegnata sul tema, si mobiliterà per raccogliere le firme necessarie al Progetto di legge di iniziativa popolare. Il Presidente Giorgio Ambrosioni si sofferma su due aspetti dell'iniziativa.

«L'apertura indiscriminata di tutte le attività in tutte le domeniche porta esclusivamente a un aumento dei costi di gestione e trasferisce quote e consumi da parte degli esercizi tradizionali a favore della grande distribuzione - sostiene Ambrosioni - senza, peraltro, che il provvedimento contenuto nel decreto Salva Italia abbia portato alcun tipo di beneficio in termini di maggior ricchezza per il Paese: i consumi sono in caduta libera, e i posti di lavoro nel comparto non aumentano».

«Le Regioni devono riappropriarsi delle proprie competenze in materia, perché sono le più adatte a interpretare le esigenze del commercio locale. Per questo chiediamo fin d'ora che il prossimo governo della Lombardia si impegni su questi temi».

Il tema delle aperture domenicali pesa anche sulle famiglie. «La domenica lavorativa incide negativamente sulla vita delle famiglie, perché spacca il calendario dei nuclei, impedisce di creare momenti di condivisione e di sfruttare insieme il tempo libero» osserva Ambrosioni rilevando come, anche recentemente, Confesercenti abbia ricevuto richieste di aiuto sotto questo profilo non solo da parte delle aziende, ma anche dagli stessi lavoratori.

«La nostra non è una rivendicazione corporativa, è una posizione di buon senso che vuole salvaguardare il pluralismo distributivo in un momento di grave sofferenza per l'economia. L'obiettivo è dare una risposta alle famiglie di imprenditori e di lavoratori in difficoltà».

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