Altro che choosy, precario
s'inventa artigiano tuttofare

Stamattina ha il decespugliatore in spalle, mentre pulisce una scarpata sul monte Croce a Leffe. Il grosso oggi, un colpo di mano anche domani, poi si cambia: ci sono trenta ante da dipingere, iniziate la scorsa settimana e lasciate a metà per la pioggia.

Stamattina ha il decespugliatore in spalle, mentre pulisce una scarpata sul monte Croce a Leffe. Il grosso oggi, un colpo di mano anche domani, poi si cambia: ci sono trenta ante da dipingere, iniziate la scorsa settimana e lasciate a metà per la pioggia. Altri due giorni di lavoro e si ricomincia con una lampadina da cambiare, un trasloco, l'impianto audio per un concerto in piazza.

Offresi lavoratore tuttofare, mica choosy, schizzinoso, secondo una celebre recente definizione del ministro Fornero. Perché a Paolo Gelmi, 20 anni, l'esperienza non manca: dopo il diploma di geometra passa da una ditta all'altra. Prima stagista in Comune, impiegato edile e in cantiere («intanto che ti cerchi un lavoro», gli dicono), poi venditore per una ditta di serramenti (ma la sua auto inizia a perder colpi), infine praticante da due geometri in valle.

Nel frattempo spedisce decine di curriculum, che restano lettera morta. A inizio settembre gli si accende la lampadina: «Ho cercato in tutti gli ambiti senza trovare lavoro - pensa - so fare un po' di tutto…, perché non mettermi in proprio?». Paolo si inventa una nuova specie di artigiano: il tuttofare specializzato.

Coinvolge persino un amico: Mauro Alberti, 21enne di Vertova, elettricista e maghetto del computer. Lui ha un lavoro, ma a tempo perso può integrare le competenze: l'offerta si arricchisce con il cablaggio di quadri elettrici, la manutenzione di computer, i corsi per imparare a usarli. Nasce così, dal nome dei due tuttofare, la «P&M», servizi e riparazioni di qualunque tipo e a prezzi modici. L'avventura è appena partita, ma ci sono già i primi clienti, basta non essere choosy.

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