Nel video i tifosi Juve aggrediti
La difesa: il film scagiona gli ultrà

Ecco i fotogrammi tratti dal filmato del 7 maggio 2012 acquisito dalla polizia e finito agli atti dell'inchiesta sul tifo violento (147 indagati). Quel video, per gli inquirenti, è la prova della presenza di «Bocia» Galimberti nei luoghi delle aggressioni.

Ecco i fotogrammi tratti dal filmato del 7 maggio 2012 acquisito dalla polizia e finito agli atti dell'inchiesta sul tifo violento condotta dal pm Carmen Pugliese (147 indagati). Quel video, per gli inquirenti, è la prova della presenza di «Bocia» Galimberti nei luoghi dove si sono verificate le aggressioni.

Sul Sentierone bazzicava Claudio Galimberti, capo indiscusso degli ultrà dell'Atalanta, e alcuni fedelissimi. Assistono per un po' alla festa della Juve. Poi qualcuno si scalda, e alla fine alzerà le mani. Ne farà le spese Francesco Mazzola, operaio quarantenne colpito a cinghiate per la sola colpa di essere juventino.

Si vedono pugni sferrati. Vicino c'è il Bocia, che però è voltato. Poco dopo, il capo ultrà si avvia verso la vedovella e, con ampi gesti delle mani, pare voler indicare agli juventini di starsene alla larga. Passano caroselli pro-juve e un ultrà non si lascia sfuggire l'occasione, sferrando un calcio da karateka alla carrozzeria.

Più in là un altro tifoso rifila una manata a uno juventino. Il leader però lo redarguisce e lo allontana energicamente, con uno spintone. Gli operatori di polizia non riprendono l'aggressione con rapina (di una sciarpa bianconera) subita da Francesco Mazzola, episodio per cui sono indagati lo stesso «Bocia» (in veste di istigatore) e Jean Luc Baroni, detto «Barù», 27 anni, che è ritenuto l'esecutore materiale.

Per la difesa del Bocia il video della polizia sarebbe la prova della sua innocenza. Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 17 novembre

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