Sparito il cartello in dialetto
Botta e risposta Frosio-Dolci

La rimozione del cartello con il toponimo in dialetto bergamasco - «Sant 'Imbu' 'Al d'Emagna» (con l'apostrofo sulla «u» di Imbù) -, che era installato sulla provinciale in località Ponte Pietra all'inizio del paese, ha innestato una polemica cultural-politica.

La rimozione del cartello con il toponimo in dialetto bergamasco - «Sant 'Imbu' 'Al d'Emagna» (con l'apostrofo sulla «u» di Imbù) -, che era installato sulla provinciale in località Ponte Pietra all'inizio del paese, ha innestato una polemica cultural-politica, con una presa di posizione da parte del consigliere comunale di minoranza, nonché consigliere regionale leghista Giosuè Frosio, e una risposta del sindaco del paese, Paolo Dolci, a capo di una lista civica.

È utile ricordare che fino al maggio del 2004 il capoluogo della Valle Imagna si chiamava Sant'Omobono Imagna, poi a seguito di un referendum consultivo indetto dall'Amministrazione comunale dell'allora sindaco Frosio cui, è giusto rammentare, aderirono meno del 50% dei cittadini del paese, il toponimo fu cambiato in Sant'Omobono Terme, per via dell'antica e riconosciuta fonte termale che si trova nella frazione di Mazzoleni, antico comune che nel 27 si fuse con Cepino e Selino per dar vita al nuovo comune.

L'amministrazione leghista modificò il toponimo originale in Sant'Omobono Terme, aggiungendo però un cartello di color marrone con la scritta «Sant'Imbu' 'Al d'Emagna» in dialetto. «Nei giorni scorsi salendo a Sant'Omobono ho notato con mio grande disappunto che era stato rimosso il cartello con la scritta del paese in dialetto. Ho saputo poi che la rimozione era stata disposta dall'amministrazione comunale - spiega il consigliere regionale Frosio -. Quali tradizioni locali sarà in grado di valorizzare l'attuale amministrazione di Sant'Omobono Terme?»

«Stiamo rivedendo la toponomastica comunale e la segnaletica stradale - replica il sindaco Dolci -, per renderla più chiara, dignitosa e rispettosa della nostra storia locale. Abbiamo dato mandato agli uffici di rimuovere i cartelli desueti, usurati e di limitata utilità. Il cartello in vernacolo era di dimensioni eccessive rispetto al nome ufficiale del paese. Abbiamo quindi preferito favorire la maggiore visibilità dei cartelli di limitazione della velocità, principale problema di viale Vittorio Veneto».

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