Accusato di abusi su due minori
il 73enne nega, indagati i genitori

Ha risposto alle domande del gip e ha negato tutto il 73enne finito in carcere lo scorso 1° dicembre perchè accusato di violenza sessuale su minori. L'uomo resta per ora in carcere, indagati anche i genitori delle due minorenni.

Ha respinto con fermezza ogni accusa, nel corso di un interrogatorio di garanzia in carcere protrattosi per oltre due ore, dichiarandosi estraneo ai presunti abusi ai danni di due sorelline della Bassa bergamasca, il settantatreenne finito in manette venerdì su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Raffaella Mascarino. Ma c'è una novità che ha registrato nelle ultime ore l'inchiesta del pm Gianluigi Dettori: nel registro degli indagati sono finiti il padre e la madre delle due minorenni. La contestazione per il momento è quella dell'omesso controllo nei confronti delle figlie. Gli inquirenti sono ancora al lavoro per definire il presunto ruolo che potrebbero aver avuto, dunque non è escluso che la posizione dei genitori in futuro possa mutare (potrebbe aggravarsi, ma pure portare all'archiviazione).

Nel frattempo è andato in scena l'interrogatorio di garanzia nei confronti del pensionato accusato di violenza sessuale su minori. Difeso dall'avvocato Raffaella Sonzogni, l'uomo, a quanto appreso, ha risposto a tutte le domande. «Ha respinto le accuse in modo fermo e tranquillo, rispondendo punto su punto in un interrogatorio piuttosto articolato - ha spiegato il difensore -. Ha ammesso chiaramente la conoscenza e la frequentazione delle bambine, visto che loro lo hanno sempre considerato il loro nonno. Quello che non sa spiegarsi è il motivo di queste accuse, visto che in più di un'occasione le bambine gli hanno dimostrato grande affetto, dedicandogli pure una poesia». Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'anziano, residente in un paese delle Valli, è un conoscente di vecchia data della famiglia delle due sorelline, di 9 e 11 anni: lavorando nella zona della Bassa, aveva conosciuto proprio per motivi professionali il papà e la mamma delle bambine, e da lì era poi nata una solida amicizia, con assidue frequentazioni, sia nell'abitazione della coppia che nell'abitazione del settantatreenne, una baita in una zona piuttosto isolata nelle Valli, raggiungibile solo attraverso dei sentieri, dove le bambine sarebbero state ospiti almeno per una o due notti. A dare il via all'inchiesta era stata la denuncia di una vicina di casa della coppia, che ha riferito di aver visto l'uomo in atteggiamenti equivoci con le bambine.

Queste ultime sono state sentite dagli inquirenti e avrebbero confermato di aver subito abusi dall'anziano in due distinti periodi di tempo: nel 2009 e poi di nuovo quest'anno. Gli episodi in contestazione sarebbero tra l'altro avvenuti sia a casa delle bambine (che ora sono in una struttura protetta) che a casa dell'anziano, secondo l'accusa proprio approfittando del rapporto di profonda conoscenza con la famiglia. «Il mio assistito soffre di gravi patologie cardiache, e proprio nel 2009 ha cominciato a stare male, ha subito anche vari ricoveri in ospedale - ha chiarito il difensore -. Non si sa spiegare le dichiarazioni delle bambine. È certo una vicenda ancora da approfondire sotto diversi aspetti». Al termine dell'interrogatorio l'avvocato Sonzogni ha chiesto che la misura cautelare del carcere venisse modificata in quella degli arresti domiciliari nella sua baita. Il giudice, considerando anche il fatto che l'abitazione in questione è fuori mano e che l'anziano vive da solo, ha per ora disposto che vengano prima valutate le condizioni di salute dell'uomo, per capire se siano o meno compatibili con la detenzione in carcere.

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