Orio, due anni di carte bollate
In ballo la guerra della vigilanza

Due anni di carte bollate, e potrebbe non essere ancora finita. La guerra per l'affidamento dei servizi di sicurezza all'aeroporto di Orio al Serio (una partita da 6 milioni l'anno) parrebbe arrivata ad una svolta: ad inizio novembre Sacbo ha assegnato l'appalto all'Ati.

Due anni di carte bollate, e potrebbe non essere ancora finita. La guerra per l'affidamento dei servizi di sicurezza all'aeroporto di Orio al Serio (una partita da 6 milioni l'anno) parrebbe arrivata ad una svolta: ad inizio novembre Sacbo ha assegnato l'appalto, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto (parzialmente) il ricorso della Fidelitas di Bergamo.

Il servizio sarebbe quindi appannaggio dell'Ati (associazione temporanea d'imprese) capeggiata dall'Italpol di Milano, società che fa capo all'omonimo gruppo di Roma. Ma il condizionale è assolutamente d'obbligo, considerato che entro 60 giorni dalla firma (quindi ai primi di gennaio) la cordata vincente deve presentare tutta la certificazione relativa ai requisiti del personale.

E qui cominciano i problemi, su più piani. Il primo risale all'origine della gara: al fatto che tra i requisiti richiesti nella fase di qualificazione non ci fosse la certificazione per svolgere servizi di sicurezza aeroportuale. Tutto legale, ma potenzialmente potrebbe essere un rischio per la qualità: i titoli andavano difatti verificati ex post, cioè dopo l'aggiudicazione, entro appunto 60 giorni.

Nella fattispecie, decorrenti dal 5 novembre. In sostanza si poteva partecipare anche senza avere requisiti, cercando di ottenerli dopo in caso di vittoria: in pratica trovare personale formato e certificato. Quello che attualmente ha Fidelitas, che svolge questo servizio ad Orio da anni.

E arriviamo al secondo piano, quello legale. Dopo l'ultima sentenza sfavorevole (di giugno), Fidelitas ha presentato un'istanza di revocazione al Consiglio di Stato per errore di fatto: una sorta di ultimo tentativo. Forse disperato, visto che dall'inizio di questa vicenda ha perso una volta al Tar e due in sede di Consiglio di Stato.

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