Corpo nell'Adda, risolto il giallo
Tunisino riconosciuto dal fratello

«Mio fratello aveva un tatuaggio con la volpe alata». C'è voluto un traduttore, perché l'uomo che si è presentato dai carabinieri di Fara parlava ben poche parole in italiano. Il corpo ripescato nell'Adda è quello di Hassen Ayari.

«Mio fratello aveva un tatuaggio con la volpe alata, credo proprio si tratti di lui». Ci è voluto un traduttore d'arabo perché l'uomo che si è presentato dai carabinieri di Fara d'Adda parlava ben poche parole in italiano.

Ma alla fine quanto sosteneva era vero e ha consentito di risolvere, una decina di giorni dopo il ritrovamento del corpo, il giallo del cadavere senza un nome ripescato lunedì 10 dicembre nell'Adda, all'altezza della diga di Sant'Anna, tra Canonica e Fara.

Ora a quel corpo un nome è stato restituito: si chiamava Hassen Ayari, era nato a Tunisi il 28 dicembre 1984. Ed era in Italia da clandestino. Un particolare non da poco, visto che, proprio per questo, il fratello minore – anche lui irregolare in Italia – non ne aveva mai denunciato la scomparsa, forse temendo qualche ripercussione per se stesso o, sperando fosse ancora vivo, una volta ritrovato.

Sperava infatti che il fratello maggiore, del quale non aveva più notizie da ormai due mesi, si fosse allontanato dalla zona di Curno, dove entrambi bazzicavano, ma che fosse comunque vivo.

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