Giustizia: fallimento della mediazione
Un numero irrisorio i contenziosi risolti

Un mediatore che in 60 giorni tenta di conciliare due parti per evitare che entrino in causa e finiscano in tribunale per contenziosi civili: il principio era ottimo ma come spesso accade i buoni propositi di cambiare qualcosa drasticamente sono finiti in una bolla di sapone.

Un mediatore che in 60 giorni tenta di conciliare due parti per evitare che entrino in causa e finiscano in tribunale per contenziosi civili: il principio era ottimo ma come spesso accade i buoni propositi di cambiare qualcosa drasticamente sono finiti in una bolla di sapone.

Stiamo parlando della mediazione, resa obbligatoria dal ministro della Giustizia Angelino Alfano (Dlgs 4 marzo 2010, n.28) che avrebbe dovuto risolvere i problemi legati alle lungaggini della Giustizia ma che in realtà pare aver fallito. Da marzo 2011 a marzo 2012, infatti, le pratiche avviate sono state circa 92.000 per un valore medio di 118.000 euro per lite, ma di queste solo il 35% ha trovato il consenso della controparte a sedersi intorno a un tavolo e questo è il dato sconfortante.

Inoltre, è vero che è andata a buon fine quasi una mediazione su 2, quando avviata con entrambe le parti in causa presenti, ma questo rappresenta solo 16 mila contenziosi, mentre ogni anno i tribunali devono reggere il fardello di 4 milioni e mezzo di cause.

Il flop della mediazione non si ferma solo qui perché poco più di un mese fa la Corte costituzionale ne ha dichiarato l'illegittimità per «eccesso di delega». Il Parlamento infatti delegò il Governo a scrivere la legge ma nei punti fermi dettati all'esecutivo non si parlava di obbligatorietà.

Chi aveva sollevato gli scetticismi maggiori e più aspri erano stati gli avvocati i quali, oltre alle comprensibili motivazioni, si erano appellati ai costi eccessivi a cui si costringevano gli utenti introducendo l'obbligatorietà della mediazione. «Siamo in attesa che la Corte pubblichi la sentenza - ha riferito Ermanno Baldassarre del Foro di Bergamo - non possiamo nascondere la nostra soddisfazione se davvero l'obbligatorietà dovesse venire meno.

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