Rifiuti, Brescia è «tritatutto»
Dalmine perde altri 37 Comuni

Via 37 Comuni sotto i colpi dell'avanzata bresciana. Dopo il fuggi fuggi generale dell'anno scorso verso la città della Leonessa, l'inceneritore della Rea di Dalmine perde un'altra fetta di mercato bergamasco. In poco più di un anno sono stati persi quasi cento Comuni.

Via 37 Comuni sotto i colpi dell'avanzata bresciana. Dopo il fuggi fuggi generale dell'anno scorso verso la città della Leonessa, quando una sessantina di amministrazioni comunali, una dopo l'altra, portarono la loro immondizia a bruciare all'impianto di Aprica perché «più conveniente», l'inceneritore della Rea di Dalmine perde un'altra fetta di mercato bergamasco.

Aprica, la società bresciana del Gruppo A2A, si è infatti aggiudicata il bando di gara europeo indetto dalla Geco srl (la società nata da una costola della Sabb di Treviglio, che ha assorbito i rami d'azienda anche della seriana Setco e dell'«isolana» Linea servizi) per individuare il socio privato. In palio c'era il 40% della società e la gestione dei rifiuti in 76 paesi (della Bassa, Isola e Valle Seriana), qualcosa come 310 mila abitanti e 136 mila tonnellate di immondizia all'anno. Questo una volta a regime, nel giro di tre, quattro anni.

«Attualmente serviamo 56 Comuni - spiegano dalla Geco -, una volta a regime diventeranno 76. Di questi 56, 37 portano i rifiuti alla Rea, i restanti vanno già all'Aprica o hanno contratti con altri operatori». La base d'asta del 40% di Geco era di quasi due milioni (per la precisione 1.978.000 euro), due le domande arrivate nella sede di Treviglio. Aprica ha battuto la concorrenza dell'Ati capitanata da Rea grazie a un rialzo d'asta del 62% contro il 10% proposto dai concorrenti.

Un duro colpo per la società, che fa capo al Gruppo Green holding e gestisce l'inceneritore dalminese. Nato per essere l'impianto dei bergamaschi (tanto che nella primissima convenzione firmata nel 1998 da Rea con Provincia e Comune di Dalmine si diceva che l'impianto poteva bruciare solo rifiuti di città e provincia), fino a poco più di un anno fa riceveva i rifiuti di 210 Comuni della provincia, la quasi totalità quindi; facevano eccezione Bergamo e i Comuni dell'hinterland, quattro della Valle di Scalve e una decina dell'Alto Sebino che si rivolgevano all'A2A.

Chiaro che il bando di Geco era una bella spada di Damocle che penzolava sulla testa della Rea e che, visto l'esito, ha inferto un colpo pesante. Aprica guadagna 76 Comuni (che le permetteranno di sviluppare un giro di affari di circa 300 milioni di euro nei 12 anni del partenariato), Rea ne perde 37 che si uniscono alla sessantina che da inizio 2012 se ne sono andati alla chetichella da Dalmine verso impianti più economici.

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