Rea - Dalmine, accordo valido
Ma la guerra dei rifiuti va avanti

Il Tribunale di Bergamo dà ragione al Comune di Dalmine nella causa con la Rea, la società che gestisce sul suo territorio l'inceneritore e con cui è aperta da tempo una guerra legale. Un due a zero rileva il sindaco Claudia Terzi.

Il Tribunale di Bergamo dà ragione al Comune di Dalmine nella causa con la Rea, la società che gestisce sul suo territorio l'inceneritore e con cui è aperta da tempo una vera e propria guerra legale. Un due a zero (anche un «due e mezzo, se si considera il decreto ingiuntivo» rileva il sindaco Claudia Terzi), dopo il milione di euro (più interessi) versato nelle casse comunali per un'altra sentenza arrivata nel 2010 a favore dell'amministrazione comunale, quella che metteva un punto fermo nella quantificazione delle royalties, i diritti economici spettanti a Dalmine per i rifiuti smaltiti al termovalorizzatore. «Di fatto il risarcimento alla città per la presenza dell'inceneritore» hanno sempre detto da Dalmine.

Ora questa sentenza, a sorpresa. Era attesa a settembre, poi è slittata di qualche mese perché il giudice che l'aveva in mano era in maternità e la causa non era stata riassegnata. Invece è arrivata e riconosce le ragioni della Giunta guidata dalla Terzi.

Il sindaco non nasconde la soddisfazione: «Ora finalmente si parte dal presupposto che la convenzione è valida e ci mette al sicuro. Non dobbiamo restituire i soldi che ci hanno versato a vario titolo nelle casse comunali (7,5 milioni ndr) e possiamo continuare a pretendere quelli che ci spettano secondo la convenzione».

Intanto l'avvocato Cesare Zonca, legale della società dell'inceneritore, spiega che «la sentenza verrà sicuramente appellata perché la motivazione non pare conferente alla decisione assunta».

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