La mamma di Yara scrive a Napolitano:
gli investigatori non hanno collaborato

A più di due anni dalla morte di Yara Gambirasio, la madre, a dicembre, ha scritto al Presidente della Repubblica. Il testo riporta la «scarsa collaborazione degli investigatori con la parte lesa». È quanto rivelato da «Quarto Grado». Napolitano si sarebbe già mosso.

A più di due anni dalla morte di Yara Gambirasio, la madre - Maura Panarese in Gambirasio - lo scorso dicembre ha scritto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il testo riporta la «scarsa collaborazione degli investigatori con la parte lesa».

È quanto rivelato in esclusiva «Quarto Grado», nella puntata andata in onda sabato sera su «Retequattro».

Secondo «Quarto grado», la signora Gambirasio, nella missiva inviata al Capo dello Stato, esprime le proprie critiche nei confronti di chi ha eseguito l'inchiesta. Un'indagine che si è concentrata prima sul cantiere di Mapello, poi sull'ipotetico figlio illegittimo di un autista bergamasco morto da anni, basandosi sul Dna.

La donna, nella lettera al Presidente Napolitano manifesta tutto il dolore e lo sconforto perchè, dopo anni d'indagini, la figlia non ha ancora avuto giustizia.

La missiva è stata scritta la vigilia dello scorso Natale: «Lei può capire - scrive la mamma di Yara al Capo dello Stato - il dolore e la rabbia di una mamma» che a distanza di due anni da quanto è accaduto non sa ancora nulla di chi abbia ucciso una figlia.

Per la signora Panarese in Gambirasio «è dura» - scrive a Napolitano - e anche tutte le indagini su un presunto figlio illegittimo di un autista bergamasco morto da anni sono state «un buco nell'acqua».

Nella sua lettera al Capo dello Stato, dunque, la mamma di Yara chiede «giustizia per sua figlia e per la sua famiglia».

Secondo quanto riferito da «Quarto grado», il Capo dello Stato avrebbe subito raccolto il grido di dolore della signora Panarese in Gambirasio chiedendo chiarimenti - in scala gerarchica - alla Procura generale di Brescia e a quella di Bergamo. Gli inquirenti - sempre secondo «Quarto grado» - avrebbero già inviato al Quirinale una relazione dettagliata di quanto avvenuto, ma non si sa nulla di più.

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