Sarnico invasa dagli architetti
Settimana per ripensare il Sebino

Ridare valore ai luoghi produttivi al centro dell'economia del Sebino. Trasformare relitti e complessi fatiscenti in punti d'interesse turistico. Sono solo alcuni degli obiettivi che il workshop di architettura ospitato dal Comune di Sarnico si è posto.

Ridare valore ai luoghi produttivi al centro dell'economia del Sebino. Trasformare relitti e complessi fatiscenti in punti d'interesse turistico sul lago. Costruire una rete di percorsi per un turismo legato alla produttività del lacustre. Sono solo alcuni degli obiettivi più ambiziosi che il workshop di architettura, ospitato e patrocinato dal Comune di Sarnico, si è posto.

Si tratta della Vª edizione di un seminario organizzato dal Politecnico di Milano e coordinato dal professor Paolo Belloni, all'interno del corso di Laurea in Architettura ambientale che ormai è divenuto un appuntamento fisso e molto atteso dalla cittadina sarnicese.

Per una settimana - dal 28 gennaio fino al 1° febbraio - circa 40 studenti lavoreranno nel Centro culturale Sebinia, alle prese con plastici, tavole, strumenti di disegno e molto altro ancora. Una vera e propria rivoluzione che per una settimana all'anno trasforma l'ex chiesina di Nigrignano in uno spazio culturale ottimale per ospitare attività didattiche e accademiche.

Al centro dell'analisi degli studenti, proprio in questi giorni, ci sono nuove soluzioni per valorizzare ed utilizzare le cave di Ceppo di Grè (a Castro) che già lo scorso anno avevano fatto da tema filo conduttore del seminario. «Il nostro intento primario - ha fatto sapere Paolo Belloni, docente coordinatore del progetto - è quello di lanciare un messaggio ben preciso, in particolare a chi interviene ed amministra questo splendido territorio: sulle sponde del Sebino esistono molteplici strutture ormai fatiscenti, in alcuni casi veri e propri relitti, che fino a qualche decenno fa costituivano invece il cuore pulsante dell'attività produttiva del lago». Perché quindi non valorizzarli attraverso una riqualificazione che non snaturi l'identità e la natura iniziale degli edifici ma che, al contrario, valorizzi l'importanza e la centralità di questi interventi all'interno del territorio? Le Cave di Grè sono solo un esempio.

All'interno del workshop si cerca quindi di invitare gli studenti a ripensare un nuovo ruolo per queste attività che caratterizzano in maniera univoca il Sebino. «E, al contempo, speriamo che le amministrazioni guardino con interesse ai progetti di grande valenza che nascono proprio durante questo corso» continua Belloni.

«Per la nostra amministrazione - ha sottolineato l'assessore all'Urbanistica Aurelia Belotti - continuare ad ospitare questo workshop, come se fosse divenuto un appuntamento ormai consolidato, è un vero motivo di privilegio. Siamo davvero felici di poter accogliere anche se solo per una settimana gli architetti del futuro: il tema al centro di questo seminario si sposa perfettamente con il nostro territorio che è ricco di ambiti a cui dare una nuova identità e nuove funzioni, nel rispetto dell'importanza storica che hanno rivestito. Vorremmo davvero che la memoria dei luoghi non venisse persa: ecco perché quelle aree ormai dismesse e che in molti casi sono poste in punti strategici del territorio, devono essere valorizzate e riqualificate come testimonianza storico-culturale. Dovrebbero diventare motivo di vanto ed elementi attrattivi per il nostro territorio, anzichè lasciati scadere in edifici degradati che farebbero dimenticare l'importanza avuta nel tempo e che oggi rischiamo di guardare con occhi critici e negativi, danneggiando la testimonianza del nostro passato che, al contrario, abbiamo il dovere di rispettare e di valorizzare attraverso un'attenta riconversione. Un esempio significativo è proprio il nostro Centro Culturale Sebinia, oggi sede del worshop».

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