Giornata del malato: non separare
la fede da carità e sofferenza

«Oggi, forse più di ieri, si rischia di passare accanto a tante sofferenze, anche visibili come la malattia, e non vederle e tantomeno fermarci o a sentirle come proprie». A Sotto il Monte il vescovo per la 21ª Giornata mondiale del malato.

«Oggi, forse più di ieri, si rischia di passare accanto a tante sofferenze, anche visibili come la malattia, e non vederle e tantomeno fermarci o a sentirle come proprie. Non bisogna separare la fede da carità e sofferenza, altrimenti restiamo confusi e perdiamo la speranza nella vita e nella prova».

Domenica pomeriggio, nella cappella della Pace a Sotto il Monte, il vescovo Francesco Beschi ha presieduto la concelebrazione eucaristica diocesana nella 21ª Giornata mondiale del malato.

La parrocchia nativa del Beato Papa Giovanni è stata scelta come ulteriore segno nell'anno in cui ricorre il 50° della morte del Pontefice (3 giugno 1963).

E il vescovo ha ricordato la vicinanza totale del Pontefice bergamasco ai malati e ai sofferenti, cominciando dai bambini, da lui visitati negli ospedali romani.

«Proprio per questo — ha affermato il vescovo — è molto significativo che il nuovo ospedale, che ci auguriamo possa sempre esprimere la solidarietà e la cura verso malati e sofferenti, sia intitolato a Papa Giovanni».

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