Alzano, recupero dell'area Pigna
A marzo la firma dell'accordo

Frutto della frenesia pre-elettorale o meno, la notizia è buona e giunge dopo un'attesa di quasi un anno. Il Contratto di recupero produttivo Cartiere Pigna sarà firmato entro la prima metà di marzo, aprendo così la strada alla riqualificazione delle aree ex Pigna.

Frutto della frenesia pre-elettorale o meno, la notizia è buona e giunge dopo un'attesa di quasi un anno. Il Contratto di recupero produttivo Cartiere Pigna sarà (finalmente) firmato entro la prima metà di marzo, aprendo così la strada alla riqualificazione delle aree ex Pigna ora proprietà di Leonardo Spa.

Toccherà poi al Consiglio comunale di Alzano Lombardo ratificarlo entro 30 giorni e, dopo la variante urbanistica, la palla tornerà di nuovo in Regione, per la firma del decreto da parte del presidente. Che a questo punto sarà il nuovo eletto alle urne, mentre il Crp verrà firmato all'inizio di marzo da Roberto Formigoni o dal suo vice Andrea Gibelli, in carica proprio fino al 15 marzo. Una firma al fotofinish, per l'amministrazione regionale uscente, che fa buon gioco anche al candidato in Consiglio regionale Roberto Anelli, il sindaco di Alzano.

Il Crp, primo esempio su scala regionale di strumento urbanistico finalizzato al recupero di aree in condizione di fragilità economica ed occupazionale, sarà quindi siglato da Comune di Alzano, Provincia di Bergamo e Regione Lombardia, Società Cartiere Paolo Pigna Spa e Leonardo Spa.

Alle spalle, oltre tre anni di lavoro con al tavolo anche Cgil, Cisl e Uil Bergamo, consentendo di avviare un procedimento a due velocità: da una parte la riorganizzazione delle Cartiere Pigna, anche ricorrendo all'utilizzo di ammortizzatori sociali, dall'altra l'iter per giungere alle trasformazioni urbanistiche utili a favorire l'insediamento di nuove attività e promuovere nuova occupazione.

Il senso dell'operazione - il cui termine scadrà fra dieci anni - sta tutto nel suo nome: Contratto di recupero produttivo, il che, espresso in cifre, significa che il 75 per cento dell'area avrà destinazione industriale - in un primo tempo era previsto il 55% -, il 12% commerciale-direzionale, il 10% residenziale e il restante 3% riservato al terziario.

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