Gorle: evangelici espropriati
Bufera in Consiglio comunale

È stato un Consiglio comunale piuttosto agitato quello che si è svolto a Gorle venerdì sera. Molto dibattuta la decisione del Comune di Gorle di appropriarsi gratuitamente dell'immobile di proprietà della Comunità evangelica Christ Peace and Love.

È stato un Consiglio comunale piuttosto agitato quello che si è svolto a Gorle venerdì sera. Un ordine del giorno che aveva due punti clou: il primo, all'interno delle comunicazioni del sindaco Marco Filisetti, riguardava la nota arrivata dalla Procura che informava delle indagini in corso in merito alla mancata assegnazione di un alloggio a Santina Ronsisvalle prima nell'apposita graduatoria.

Il secondo punto riguardava l'interpellanza urgente presentata dai consiglieri dell'opposizione circa la decisione del Comune di Gorle di appropriarsi gratuitamente dell'immobile di proprietà della Comunità evangelica Christ Peace and Love.

Per quanto riguarda il primo punto, il sindaco Filisetti si è limitato a rendere noto a tutto il Consiglio dell'avvio delle indagini: «Sono contento che la Procura abbia deciso di approfondire la vicenda - ha detto - perché così si farà massima chiarezza sulla vicenda: siamo sicuri che il risultato delle indagini ci darà ragione». Il Consiglio ha preso atto senza replicare alla comunicazione.

Il volume si è alzato invece sulla questione relativa alla Comunità evangelica. Il consigliere Carla Cordioli (Qui Gorle) ha chiesto al sindaco il perché della decisione di appropriarsi dell'immobile, se vi fossero intolleranze religiose e se ci fosse la possibilità di tornare sui propri passi.

Enrico Mamoli, assessore all'Edilizia privata, ha preso la parola per primo: «La decisione è stata presa esclusivamente per motivi di sicurezza - ha spiegato - dal momento che la Comunità, all'interno dello stabile, professava il proprio culto e organizzava incontri a cui partecipavano centinaia di persone, mentre l'immobile è adibito a semplice deposito. Si tratta di abuso edilizio e noi abbiamo agito seguendo la legge».

È intervenuto poi il sindaco: «Premetto che il Comune di Gorle non vuole in alcun modo fare discriminazioni religiose. Noi abbiamo proceduto con sopralluoghi dell'ufficio tecnico che ha stabilito l'abuso edilizio, causa che prevede proprio che il Comune diventi proprietario dell'edificio in modo gratuito: ho emesso un'ordinanza che obbligava la Comunità ad abbandonare lo stabile ma non l'hanno rispettata. Tar e Corte di Cassazione si sono così pronunciati dandoci di fatto ragione e la stessa Comunità a sua volta ha accettato la decisione: come potremmo tornare sui nostri passi?».

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