La crisi: Aler, quasi mille morosi
Sono 6 i milioni di affitti arretrati

Dopo l'allarme disoccupazione lanciato dalla Cisl (35.000 disoccupati nella Bergamasca, e diecimila cassintegrati a rischio di perdere il lavoro), ecco un'altra emergenza sociale, speculare alla prima, logica conseguenza di una crisi che non sembra arrestarsi più.

Dopo l'allarme disoccupazione lanciato mercoledì dalla Cisl (35.000 disoccupati nella Bergamasca, e diecimila cassintegrati a rischio di perdere il lavoro), ecco un'altra emergenza sociale, speculare alla prima, logica conseguenza di una crisi la cui onda di reflusso sembra non arrestarsi più.

È quella della casa, bene rifugio per eccellenza dei bergamaschi, e oggi più che mai principale fonte delle preoccupazioni delle famiglie. E con le famiglie, di tutti coloro che si occupano di edilizia sociale. Nel suo ufficio di via Mazzini il direttore dell'Aler Bruno Marzia sfoglia i dati del bilancio 2012 dell'azienda regionale che ha come mission la gestione dell'edilizia sociale.

L'Aler dispone di circa 6.000 alloggi nella Bergamasca, metà dei quali si trovano in città. Il patrimionio dell'Aler è costituito essenzialmente da ciò che resta del grande piano di edilizia residenziale pubblica avviato nel Dopoguerra in tutta Italia e proseguito almeno fino agli anni Sessanta. Da allora, si sono susseguiti solo interventi sporadici, ma la domanda non è diminuita.

Anzi, il principale problema della casa oggi a Bergamo e in Lombardia è proprio la mancanza di edilizia residenziale pubblica. Lo ha denunciato già l'anno scorso la Cisl, lo ha ribadito, nemmeno un mese fa, la Cgil. Sui 6.000 alloggi Aler, ogni anno, se ne liberano sì e no 200. Ma la domanda annuale è superiore a quattromila.

Il secondo problema, non meno importante, è il volume raggiunto dalle morosità nel settore dell'edilizia pubblica. Una cifra che, di anno in anno, arriva a sfiorare l'allarmante soglia dei 6 milioni di euro. «Per la precisione 5 milioni e 900 mila - spiega Marzia - dai quali però dobbiamo scalare 2 milioni e mezzo di euro, soldi che probabilmente non vedremo mai, perché si tratta di affitti non pagati da inquilini che non sono più nei loro appartamenti».

«Tre milioni e quattrocentomila invece sono gli arretrati con cui ci misuriamo ogni giorno: in media un inquilino su tre ha una morosità, se contiamo anche quelli che pagano in ritardo. E sono 900 quelli che hanno una morosità superiore ai 1.000 euro».

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