Cuba risponde picche al pm
«Niente più indagini su Avelli»

Sembrano destinati a rimanere senza risposte i tanti dubbi sulla morte di Roberto Avelli, il falegname di Mozzanica morto a 41 anni cadendo dal secondo piano dell'ufficio immigrazione di Holguin, a Cuba, nel febbraio 2012.

Sembrano destinati a rimanere senza risposte i tanti dubbi sulla morte di Roberto Avelli, il falegname di Mozzanica morto a 41 anni cadendo dal secondo piano dell'ufficio immigrazione di Holguin, a Cuba, nel febbraio 2012.

Le autorità dell'isola caraibica hanno infatti negato la rogatoria al pm Gianlugi Dettori: il magistrato della procura di Bergamo, che aveva preso in mano il caso di Avelli, avrebbe voluto acquisire testimonianze, verbali, rilievi fotografici ed era disposto anche a volare a Cuba, se necessario, per proseguire le indagini.

Prima attraverso l'ambasciata italiana, poi direttamente, la diplomazia cubana ha però risposto picche: «Per noi Avelli si è tolto la vita». Il magistrato non ha potuto far altro che prendere atto della decisione e per questo, pochi giorni fa, ha chiesto l'archiviazione del fascicolo, aperto con l'ipotesi di omicidio.

Roberto Avelli a febbraio del 2012 partì per una vacanza a Cuba con due compaesani: Gianfranco Rossini e Gabriele Tassi. Dopo un paio di giorni nella città di Camaguey, però, il suo umore mutò d'improvviso. Tornò a Holguin (la prima tappa del viaggio) e da lì voleva fare rientro anzitempo in Italia.

A Holguin Avelli fu prelevato dai poliziotti cubani e portato all'ufficio immigrazione. A chiamare le autorità era stata la proprietaria della «casa particular» dove alloggiava, riferendo che il suo ospite era molto nervoso. All'ufficio immigrazione, la caduta fatale. Si gettò, come sostengono i cubani? Oppure fu spinto?

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