Il nome che sceglierà il Papa
rivelerà già la rotta dell'eletto

Dall'inviato
Emanuele Roncalli
«Quo nomine vis vocari»? Come vuoi chiamarti? Dopo l'accettazione dell'elezione a sommo pontefice, è questa la seconda domanda enunciata dal cardinale decano alla quale deve rispondere il nuovo papa. E la risposta può rivelare già molto. 

Dall'inviato
Emanuele Roncalli
«Quo nomine vis vocari»? Come vuoi chiamarti? Dopo l'accettazione dell'elezione a sommo pontefice, è questa la seconda domanda enunciata dal cardinale decano alla quale deve rispondere il nuovo papa. Un interrogativo che può suscitare curiosità, ma la risposta può rivelare già molto del futuro pontificato, può indicare l'indirizzo dell'eletto, la prosecuzione dell'attività del predecessore.

In alcuni casi il nome pontificale può avere altri significati, come l'omaggio a un santo o a un familiare. «Nomen omen» dicevano i latini, il nome è un presagio, il nome dice tutto, un nome un destino, o ancora: il destino nel nome.

Giovanni XXIII, il papa bergamasco, scelse un nome che non era stato più portato da secoli e che per giunta era stato adottato anche da un antipapa. Roncalli spiegò di averlo scelto con queste parole diventate celebri: «Questo nome ci è dolce perché è il nome di nostro padre. Ci è soave perché titolare dell'umile parrocchia dove ricevemmo il battesimo».

Come si chiamerà allora il prossimo papa? Giovanni Paolo III, Paolo VII, Giovanni XXIV? Il giornalista Michael Brendan Dougherty ha scritto sul magazine del quotidiano americano «Slate»: Benedetto XVII si porrebbe in continuità con quanto fatto in precedenza e potrebbe segnare la prosecuzione dell'eredità teologica di Ratzinger.

A sceglierlo potrebbero essere il cardinale canadese Ouellet o il cardinale Ranjith, grande ammiratore del papa emerito. Giovanni XXIV potrebbero essere scelto dall'italiano cardinale Ravasi o dal cardinale Turkson del Ghana. Leone XIV lo vedrebbe bene per il cardinale Carrera del Messico. Giovanni Paolo III invece a un americano come il cardinale Dolan oppure O'Malley: per quest'ultimo però sarebbe più calzante Francesco I essendo un cappuccino.

La storia ricorda che il primo caso di cambio del nome avvenne nel 533 quando il neoeletto, che portava il nome di un dio pagano, Mercurio, scelse di chiamarsi Giovanni II. Fonti diverse ritengono che Mercurio fosse un nomignolo derivato dal cognome Mercurialis e che, in realtà, il religioso si chiamasse Giovanni.

All'inizio tuttavia non era così: l'eletto usava il suo nome. Come Pietro. Altri pontefici mantennero il nome di battesimo, nomi greci, orientali, indicativi della provenienza. Successivamente altri preferirono “adottare” nomi di apostoli o martiri. La scelta del nome per molti neo-eletti si è rivelata ardua, stante il nutrito e variegato elenco dei predecessori.

Nessuno però ha più usato il nome di Pietro, il primo pontefice appunto. Tanto che nel 983 Pietro, cardinale romano, cambiò subito il nome di battesimo in Giovanni.

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