Di Pietro, il maresciallo dimenticato
La vedova: mio marito, eroe di serie B

«Questa sentenza è una delusione. Lo Stato distingue tra figli e figliastri, e mio marito continua a rimanere un eroe di serie B». Irene Ferrari, di Verdello, è la vedova di un servitore dello Stato finito nel dimenticatoio, il maresciallo Giorgio Di Pietro.

«Questa sentenza è una delusione. Lo Stato distingue tra figli e figliastri, e mio marito continua a rimanere un eroe di serie B». Irene Ferrari, di Verdello, è la vedova di un servitore dello Stato finito nel dimenticatoio, il maresciallo Giorgio Di Pietro, comandante della caserma dei carabinieri di Ponte San Pietro ucciso con un fucile a canne mozze nel 1984 da uno dei due banditi che stava inseguendo.

La donna aveva chiesto un'integrazione del trattamento economico al ministero dell'Interno, riconosciuta in un primo momento dal Tar e bocciata invece dalla sentenza del Consiglio di Stato emessa lunedì scorso.

È da anni che la signora, col supporto dell'associazione di cui fa parte, si batte perché ai parenti delle vittime del dovere siano riconosciuti gli stessi benefici di cui godono le famiglie delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

Piccoli passi verso il riequilibrio delle proporzioni sono stati ultimamente compiuti in termini legislativi, ma non bastano, sostengono i familiari di chi è stato ucciso o ferito dalla malavita comune.

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