Guerra dell'acqua a Ponte Nossa
Legge del 1927 dà ragione al Comune

Altro che epoca oscura, il Medioevo. A volte regala sorprese che possono salvare - ma dimostrarlo sarà impresa non da poco - persino i bilanci di un Comune. Avete presente la «guerra dell'acqua» ingaggiata dall'ex sindaco di Ponte Nossa Angelo Capelli?

Altro che epoca oscura, il Medioevo. A volte regala sorprese che possono salvare - ma dimostrarlo sarà impresa non da poco - persino i bilanci di un Comune. Presente la «guerra dell'acqua» ingaggiata dall'ex sindaco di Ponte Nossa Angelo Capelli, fresco di nomina a consigliere regionale con una valanga di preferenze nonché coordinatore provinciale del Pdl?

Il problema, per l'avvocato eletto sindaco nel 2004, è che la risorsa acqua qui «produce una rendita di parecchi milioni di euro l'anno», ma di ricadute sul territorio nisba. Il caso particolare riguarda una fabbrica, l'ex Cantoni, e la sua centrale idroelettrica. La prima è stata chiusa nel 2005, la seconda continua a funzionare, così come quella del Ponte del Costone venduta nel 2012 per 28 milioni di euro.

Tempo fa Capelli si era detto «pronto ad acquistare (o espropriare) la centrale idroelettrica», in modo da poter «girare» la rendita per finanziare il Kilometro verde, progetto di riqualificazione dell'area ex Cantoni, il cui accordo di programma si è ora arenato (proprio) in Regione. Il suo affondo aveva incassato una dura replica dai vertici del Gruppo Inghirami che ricordavano, citandoli uno ad uno, gli interventi di recupero fatti sull'impianto idroelettrico del Costone, da Ponte Nossa a Casnigo, «opere per oltre 15 milioni di euro».

A volte caparbietà fa rima con fortuna, e capita che Capelli abbia da poco fatto una scoperta che potrebbe ribaltare il tavolo. Sta tutta in due parole: «usi civici», un istituto disciplinato da una legge del 1927 tuttora in vigore, che graverebbe sul mappale 377, quello della centrale idroelettrica e del canale dell'ex Cantoni.

«Mai affrancato», il che tradotto significa che, nonostante numerosi solleciti da parte del Commissariato agli usi civici della Lombardia, il Comune seriano non ha mai conferito ad alcuno la titolarità del diritto dei «comunisti» (così i documenti citano gli abitanti, i cives di antica memoria) di potersi qui recare, da ottobre a marzo, a strameggiare. Rimanendone, conclude Capelli, il titolare.

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