«La Lega non sarò io a romperla»
Parole di Bossi, ma resta tensione

«Mi sembra una tempesta in un bicchiere d'acqua...»: così Umberto Bossi, intervistato dal Tg regionale lombardo, ha risposto alla domanda se il caso dell'ipotesi di espulsione per Marco Reguzzoni sia risolto. «Non può essere buttato fuori così».

«Mi sembra una tempesta in un bicchiere d'acqua...»: così Umberto Bossi, intervistato dal Tg regionale lombardo, ha risposto alla domanda se il caso dell'ipotesi di espulsione per Marco Reguzzoni sia risolto. «La questione - ha spiegato - deve passare dalla commissione dove ci siamo io, Maroni e Calderoli, e lì lo affronteremo. Comunque Reguzzoni è da tanto che è associato alla Lega e quindi gode di un privilegio, non può essere buttato fuori così».

«La Lega non sarò io a romperla»: l'ha sottolineato Bossi, ribadendo quanto già affermato ieri sera parlando. Alla domanda se sia andato dal notaio, Bossi ha replicato «chiedete a Leoni, è andato lui mica io dal notaio, per un giornale di un'associazione culturale».

«È una notizia falsa smentita dal diretto interessato». Sono parole di Roberto Maroni commentando le notizie emerse ieri sera su Umberto Bossi che parlavano del vecchio leader orientato a fondare un nuovo partito: «È una cosa che non c'è nella realtà, qualcuno l'ha inventata da Roma immagino», ha aggiunto Maroni.

Smattina, comunque, In 150 hanno manifestato in silenzio, con cerotto alla bocca e la sciarpa verde con il simbolo del Carroccio al collo, il proprio dissenso contro l'ipotesi di «purgh» che il Consiglio nazionale Veneto della Lega dovrà discutere nell'assemblea di Noventa Padovana.

I leghisti, quelli più vicini a Umberto Bossi, con l'ex parlamentare Paola Goisis in primis, si sono dati appuntamento davanti alla sede del Consiglio Nazionale dove saranno decise le sorti di una decina di «ribelli». Il silenzio che si erano imposti è stato però rotto con l'arrivo del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che nei giorni scorsi ha sempre suggerito una linea morbida, acclamato a gran voce e indicato dai manifestanti come loro guida.

«Vogliamo la lista Zaia, sei il migliore» è stato il coro quasi unanime. Desiderio svanito sul nascere dallo stesso Zaia che ha sottolineato ai giornalisti il desiderio di un esito positivo della vicenda. «Penso - ha sottolineato - che questo non sia da evidenziare. Magari se fossi da un'altra parte mi avrebbero accolto con gli spintoni».

«Spero che questa situazione - ha concluso - si risolva nella maniera migliore, facendo uscire una Lega compatta. I provvedimenti disciplinari non risolvono questo problema». Se Zaia è stato ricevuto quasi con una standing ovation, il segretario nazionale Flavio Tosi al suo arrivo è stato accolto da gelidi sguardi e da un fischio e da un solo buuuh, sfuggito per errore dai «ribelli» che avevano deciso di fare una protesta costruttiva e silenziosa.

«Ho sentito Umberto Bossi per interposta persona, ci stiamo muovendo per rifondare la Lega, quella che qualcuno chiama Lega 2.0 è solo la "Cosa 2.0". Lo ha affermato nel pomeriggio l'ex parlamentare Paola Goisis, neo espulsa dalla Lega e fedelissima del Senatur e del Carroccio prima maniera.

«Questi ne stanno facendo di cotte e di crude - ha continuato Goisis - se prima, per diventare leghista, dovevi attendere anni ed essere presentato da almeno tre militanti questi per farci fuori e far entrare solo i loro hanno cambiato le regole. Basta la presentazione di un solo militante e l'attività di sostenitore per sei mesi: una follia».

«Cacciano noi - ha sottolineato - che guardiamo ancora a Bossi e intanto Maroni e Tosi fanno entrare solo i loro e si garantiscono il consenso». «Non siamo spaventati da quanto sta accadendo - ha concluso Goisis -, attendiamo indicazioni da Bossi per rifondare la Lega sapendo che lui si sta muovendo e sa cosa fare; l'unico problema è che a Roma è isolato perché alla Camera e al Senato gli altri sono tutti maronian-tosiani»

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