Maroni guarda al futuro
Verso il tandem Salvini-Tosi

Non sarà una svolta storica, quindi per ora nessuna staffetta alla guida della Lega. Ma per Roberto Maroni «gli scenari cambiano in continuazione» e quindi lunedì prossimo ha intenzione di portare al Consiglio federale «una proposta» per affrontare le prossime sfide politiche. 

Non sarà una svolta storica, quindi per ora nessuna staffetta alla guida della Lega. Ma per Roberto Maroni «gli scenari cambiano in continuazione» e quindi lunedì prossimo ha intenzione di portare al Consiglio federale «una proposta» per affrontare le prossime sfide politiche.

Il suo mandato di segretario, ottenuto meno di un anno fa, scadrà nel 2015. Ad affiancarlo però, se verranno confermate le ipotesi anticipate da alcuni giornali e non smentite da via Bellerio, ci saranno due 'nuovì vice al posto degli attuali: il segretario lombardo, Matteo Salvini, e quello veneto, Flavio Tosi.

La mossa può essere spiegata con il carico di lavoro che per Maroni è raddoppiato da due mesi. Capo di partito e, insieme, presidente della Regione Lombardia, dopo che lo stesso Federale ha respinto le sue dimissioni. «Mi è stato chiesto di manten
ere la segreteria federale e lo faccio, ma è molto impegnativo e faticoso», ha ammesso stamani in veste di governatore andando a presentare all'Arena di Milano la «Avon Running», una corsa di beneficenza promossa dalla multinazionale dei cosmetici nel cui ufficio legale aveva lavorato prima di entrare in politica.
Dunque, un'ulteriore spiegazione può essere nella volontà di promuovere due figure che già hanno in mano le «chiavi»della Lega.

Maroni non ha comunque confermato, ha sorriso: «Li stimo entrambi, è una buona idea». A chi parla di successione, ha solo detto che «tutti siamo transitori e provvisori a questo mondo, è nell'ordine delle cose pensare a chi verrà dopo».

Nel campo di quello che in via Bellerio è considerato «il passato», oggi si è intanto registrato il patteggiamento di due anni e sei mesi di reclusione da parte dell'ex tesoriere del gruppo del Senato, Piergiorgio Stiffoni, accusato di peculato nella gestione dei fondi a Palazzo Madama fra il 2008 e il 2009.

All'ex leghista sono state riconosciute le attenuanti per aver riconsegnato le somme a lui affidate. Ai pm di Roma, hanno poi commentato i legali, «Stiffoni ha fornito importanti elementi sull'uso del denaro pubblico che integrano precise fattispecie di reato a carico di altri parlamentari. Confidiamo nell'azione di indagine della magistratura perchè possano emergere tutte le responsabilità».

Alessandro Franzi

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