Permessi falsi, il Riesame:
«Nullo l'arresto del poliziotto»

È tornato in libertà – ed è stato reintegrato in servizio – l'ispettore capo della questura di Bergamo finito agli arresti domiciliari lo scorso 2 maggio, in esecuzione di un'ordinanza firmata dal gip di Brescia. Il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento.

È tornato in libertà – ed è stato reintegrato in servizio – l'ispettore capo della questura di Bergamo finito agli arresti domiciliari lo scorso 2 maggio, in esecuzione di un'ordinanza firmata dal gip di Brescia, Ciro Iacomino. Il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento riguardante l'uomo, accogliendo il ricorso presentato dal suo avvocato, Manlio Filippo Zampetti.

L'arresto era scaturito nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto bresciano Sandro Raimondi e dal pm bergamasco Franco Bettini, su un presunto giro di permessi di soggiorno ottenuti con requisiti falsi, sfruttando le pieghe della normativa sui flussi di immigrazione per motivi di lavoro.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, alcuni extracomunitari procuravano la «clientela» di aspiranti immigrati, disposti a pagare pur di ottenere i requisiti per il permesso di soggiorno, mentre imprenditori compiacenti dichiaravano falsamente la necessità di assunzione di manodopera straniera, così come previsto dalla normativa sui flussi, con la sospetta collaborazione di funzionari pubblici della prefettura e della Direzione provinciale del lavoro (tre gli indagati a piede libero). Nove gli arresti eseguiti il 2 maggio dalle Fiamme Gialle.

Il Riesame martedì si è pronunciato a favore dell'ispettore, disponendone l'immediata liberazione.

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