Sul viso 56 stelline blu
Odissea per un tatuaggio

Ogni volta che si guarda allo specchio Kimberley Vlaeminck ancora non ci crede. Ora finalmente sorride: da qualche giorno il suo volto è immacolato come prima di quella dannata mattina di giugno 2009 quando si era voluta fare un tatuaggio sul volto.

Ogni volta che si guarda allo specchio Kimberley Vlaeminck ancora non ci crede, e ha una stretta allo stomaco. Ma poi si osserva una seconda volta, e finalmente sorride: da qualche giorno il suo volto è immacolato come prima di quella dannata mattina di giugno 2009 quando, sull'onda dell'entusiasmo dei 18 anni, si era voluta fare un tatuaggio sul volto. Dovevano ufficialmente essere tre stelline, ma all'uscita del negozio di tattoo di Courtrai, cittadina belga di frontiera con la Francia, ne aveva un'intera costellazione: 56, tutte blu. Uno choc da cui non si è più ripresa, che le ha provocato depressione, problemi personali, giornate di isolamento e solitudine, non osando nemmeno uscire di casa.

Perché la sua odissea è diventata di dominio pubblico in un batter d'occhio: in nemmeno 48 ore sul web e Facebook erano spuntati come funghi gruppi di fan e denigratori, che subito le avevano appioppato soprannomi da «Starface» a «Starmageddon», con fotomontaggi delle locandine dei film e un'app per «kimberlizzarsi», ovvero comparire in un'immagine con la faccia piena di stelle. Oggi, dopo quattro anni, nove lunghe sedute laser e quasi 2.500 euro di spesa, le 56 stelle non deturpano più la parte sinistra del suo viso. «Dopo le prime sedute piangevo dal dolore, era come avere migliaia di aghi piantati nella pelle», racconta la giovane, che ora ha 22 anni. «Ho ancora paura quando mi guardo allo specchio», racconta. La certezza di essere fuori dall'incubo arriva quando esce di casa: «Nessuno più mi riconosce, e ho anche trovato un lavoro da cameriera». E pure un fidanzato. Se il suo salvatore è un altro tatuaggista di Courtrai che ha acquistato un apparecchio speciale per rimuovere i tattoo, il suo incubo ha tuttora un nome e un cognome: Rouslan Toumaniantz, l'autore delle stelle (anche lui tatuato dalla testa ai piedi e con piercing su labbra, naso e orecchie). Accusato di aver approfittato della ragazza, che si sarebbe assopita durante il tatuaggio («Impossibile, visto il male che fa», si è difeso) e poi di incomprensione linguistica (lui francofono, lei fiamminga).

Infine, l'ammissione di Kimberley che, di fronte alla reazione del padre, si è resa conto del danno subìto e ha confessato di essere stata lei a chiedere di tatuarle sul volto più di tre stelline. Da allora, Toumaniantz fa firmare una liberatoria ai clienti dove specifica il tipo di tatuaggio richiesto. Non ha perso, però, l'abitudine di decorare i volti delle ragazze: a febbraio ha incontrato una giovane russa, Olesya, conosciuta su Internet, e al primo appuntamento le ha tatuato in caratteri gotici il suo nome, Rouslan, sull'intero volto. Vedere per credere.

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