Caso Ciancimino, niente indizi:
scarcerato il «professore» di Lovere

È tornato in libertà Ennio Ferracane, l'ex docente residente a Lovere e finito in carcere a Bergamo nell'ambito dell'inchiesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna che aveva portato anche all'arresto di Massimo Ciancimino.

È tornato in libertà Ennio Ferracane, l'ex docente residente a Lovere e finito in carcere a Bergamo mercoledì scorso nell'ambito dell'inchiesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna che aveva portato anche all'arresto di altre sette persone, tra le quali Massimo Ciancimino, figlio di Vito, l'ex sindaco di Palermo.

Dopo sette giorni trascorsi in cella, martedì 4 giugno Ferracane, 61 anni, è stato scarcerato su disposizione dei giudici per le indagini preliminari di Ferrara e Reggio Emilia, secondo i quali mancano nei confronti dell'ex docente del Galilei di Lovere - da qui il nome «professore» - i gravi indizi di colpevolezza, requisito indispensabile per disporne la detenzione.

Il gip di Bologna, che aveva emesso la misura cautelare il 29 maggio scorso, si era infatti poi dichiarato incompetente territorialmente per i reati contestati e la parola era passata ai due gip di Ferrara e Reggio Emilia: analizzati gli atti, i due giudici hanno ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza e ordinato l'immediata scarcerazione di Ferracane.

Martedì pomeriggio il sessantunenne è dunque rientrato nella sua casa di Lovere: resta formalmente indagato, ma secondo il suo legale, l'avvocato Gianfranco Conforti, si tratta di un procedimento «già defunto». «Quando il gip decide di scarcerare perché non condivide il contenuto degli atti - spiega il legale - è chiaro che la vicenda può già dirsi conclusa, anche se formalmente chiederemo senza dubbio l'istanza di archiviazione per Ferracane».

Come mai, dunque, il sessantunenne di Lovere, è stato coinvolto nell'inchiesta? «Difficile capirlo - spiega l'avvocato Conforti -. Probabilmente soltanto per delle sue frequentazioni, ma certo per nessun reato. Si è sempre dichiarato estraneo ai fatti contestati».

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