La tragedia del gommone-slitta
«Rete adeguata alla sua funzione»

La rete è adeguata alle funzioni per le quali era stata posta, e cioè come parapetto. È questo, in estrema sintesi il responso dei due periti chiamati a testare la resistenza della recinzione abbattuta da un gommone usato come slitta. Una ragazza morì.

La rete è adeguata alle funzioni per le quali era stata posta, e cioè come parapetto. È questo, in estrema sintesi il responso dei due periti chiamati a testare la resistenza della recinzione abbattuta da un gommone usato come slitta da due ragazze scout di Cinisello Balsamo.

Una di queste, Chiara Pappalardo, 15 anni, era precipitata nel sottostante burrone ed era morta, l'altra s'era salvata aggrappandosi in extremis alle maglie della rete.

Era accaduto il 4 gennaio scorso all'agriturismo Salvasecca di Valbondione. Chiara e una compagna dodicenne giocavano all'interno della proprietà, scendendo con il gommone lungo un pendio innevato e andando a sbattere contro la recinzione che dava sul precipizio.

Sotto inchiesta con l'accusa di omicidio colposo ci sono sei capi scout che accompagnavano la comitiva e il proprietario dell'agriturismo, Steven Rodigari. Il pm Fabrizio Gaverini aveva chiesto al gip Tino Palestra un incidente probatorio, di cui s'è svolto l'ultimo atto: la discussione dei risultatti dell'esame dei periti, l'ingegner Ubaldo Mazzoncini di Botticino (Brescia) e l'ingegner Paolo Zanga.

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