Cervo in ditta, capriolo in villa
Entrambi salvati e rimessi in libertà

Un cervo caduto in un canale e un capriolo che si era nascosto nel giardino di una villa probabilmente per sfuggire ai cani randagi: doppia operazione di salvataggio da parte del nucleo ittico venatorio della polizia provinciale. Entrambi messi in salvo.

Un cervo caduto in un canale e un capriolo che si era nascosto nel giardino di una villa probabilmente per sfuggire ai cani randagi: doppia operazione di salvataggio da parte del nucleo ittico venatorio della polizia provinciale impegnata nel recupero della fauna selvatica in difficoltà.

La prima richiesta è giunta alla Sala Operativa da parte di una ditta manifatturiera di Casnigo: un esemplare maschio di cervo si è trovato imprigionato all'interno dello stabilimento dopo essere caduto nel canale di adduzione della centrale idroelettrica della ditta.

Sul posto è stata inviata una pattuglia del nucleo ittico-venatorio che ha sedato l'esemplare, di circa un quintale di peso, con il fucile narcotizzante in dotazione per trasportarlo in località Valle Vertova, all'interno di un'Oasi di Protezione. Una volta risvegliatosi, il cervo è stato liberato.

Dopo poche ore è arrivata un'ulteriore richiesta d'intervento, questa volta a Costa di Mezzate: all'interno del parco di una villa si è trovato un capriolo, un bell'esemplare di maschio adulto, che per cause imprecisate, molto probabilmente inseguito da cani randagi, aveva trovato rifugio temporaneo all'interno della tenuta.

Di nuovo una pattuglia della Polizia provinciale si è recata sul luogo e ha provveduto ad "addormentare" l'ungulato che si accasciava a pochi metri dalla recinzione che separa la proprietà privata dall'autostrada Milano/Venezia.

Una volta immobilizzato, il capriolo è stato trasportato sulle colline di Trescore Balneario, in località Vallesse, dove una volta risvegliato (mediante la somministrazione di un antidoto che annulla gli effetti della sedazione) è stato di nuovo riconsegnato al suo ambiente naturale, il bosco.

Entrambi gli interventi si sono svolti in collaborazione con i veterinari dell'Asl di Bergamo, responsabili della gestione dei farmaci impiegati, nonché con il supporto della vigilanza venatoria volontaria della Provincia di Bergamo e di alcuni soci dell'Ambito Territoriale di Caccia Prealpino.

"Una sinergia fondamentale e a tutto campo - afferma l'assessore del Corpo di Polizia provinciale, Fausto Carrara - che dimostra come la salvaguardia della fauna selvatica in difficoltà sia un argomento a cui la società è fortemente sensibile e per la quale tutte le istituzioni coinvolte si adoperano quotidianamente".

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