Le presenze in Parlamento
Openpolis ha pubblicato i dati

«Cala il sipario sulla XVI Legislatura della Repubblica. E alla fine di questo caotico e tumultuoso quinquennio cosa resta?» Se lo chiede l'associazione Openpolis, che anche quest'anno ha reso noto il rapporto sull'attività del Parlamento.

«Cala il sipario sulla XVI Legislatura della Repubblica. E alla fine di questo caotico e tumultuoso quinquennio cosa resta?» Se lo chiede l'associazione Openpolis, che anche quest'anno ha reso noto il rapporto sull'attività del Parlamento, nello specifico quello nella XVI legislatura, tra l'aprile 2008 e il dicembtre del 2012.

«Camere aperte» - questo il titolo del rapporto - è una miniera di dati  sull'attività parlamentare nel suo complesso, ma anche di ogni suo singolo elemento, dalle preenze in aula alle proposte di legge presentate, con tanto di indici di produttività.

Tutto sommato i bergamaschi se la cavano discretamente. Leggi qui tutto il rapporto di Openpolis

Ma che paese ci restituiscono le maggioranze parlamentari che hanno dato la fiducia al Governo Berlusconi prima e a quello di Monti poi? Quali leggi, quali riforme sono state fatte? Che ruolo hanno avuto le opposizioni? Cosa hanno prodotto i circa mille tra Deputati e Senatori in questi anni? Come ciascuno di loro, singolarmente e all'interno del proprio Gruppo, ha interpretato il proprio ruolo?

«Questa terza edizione di Camere Aperte - si legge sul sito di Openpolis - cerca le risposte attraverso i dati raccolti da Openpolis sulla vita parlamentare, le sue dinamiche e i suoi attori. In alcuni casi vengono confermate le sensazioni e le opinioni prevalenti, in altri vengono smentite clamorosamente. Ma in entrambi i casi, la disponibilità dei dati consente di avere un comune ancoraggio. Si possono trarre altre interpretazioni, ma devono essere argomentate. Così si fa dibattito pubblico. I dati sono importanti per la democrazia. La loro quantità, qualità, facilità di accesso e di!usione forniscono una misura dell'apertura democratica di una società e la possibilità per i cittadini di esercitare un controllo sul potere, senza il quale non potrà esserci possibilità di recupero di quel minimo di fiducia indispensabile per contrastare la crisi devastante della politica. Da questa urgenza viene fuori il progetto Openpolis, con il tentativo di praticare la trasparenza come una chiave – “la” chiave in un paese come l'Italia - per cambiare la politica perché sia aperta ai cittadini. È un cammino lungo e complesso, che passa attraverso un rivolgimento economico, sociale e culturale oltreché politico e che riguarda, quindi, ugualmente i governanti e i governati, i centri come le periferie. Partendo dai dati di Camera e Senato, nel 2009 abbiamo per la prima volta pubblicato le presenze alle votazioni di Deputati e Senatori. Un dato banale, che di per sé dice anche poco, ma che se usato per creare gli elenchi ordinati dei più presenti e dei più assenti, arricchiti poi con la valutazione della produttività di ciascun parlamentare, ecco che crea l'interesse per il confronto. Il ché ha portato un seguito inevitabile di polemiche e contestazioni di chi il confronto non lo ama, ma anche la possibilità di cercare criteri condivisi e basati sui dati di fatto per farsi largo nella melma indistinta delle generalizzazioni alla moda come quelle della casta. Questo processo si è avviato».

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Eco di Bergamo Il rapporto di Openpolis