Amboni della Cgil: non è una casa di riposo
ma un nuovo modello all'insegna dell'affarismo

«Volevano fare un albergo, poi hanno ripiegato su una beauty farm e infine su una casa di riposo con annessa clinica privata. Se questo è il futuro della programmazione sanitaria in Lombardia c'è di che essere davvero preoccupati». La vicenda della nuova struttura di Pontida, inaugurata con Berlusconi e Maroni, ha fatto indignare Orazio Amboni della segreteria della Cgil Bergamo che ha inviato una comunicazione.

«Volevano fare un albergo, poi hanno ripiegato su una beauty farm e infine su una casa di riposo con annessa clinica privata. Se questo è il futuro della programmazione sanitaria in Lombardia c'è di che essere davvero preoccupati». La vicenda della nuova struttura di Pontida, inaugurata con Berlusconi e Maroni, ha fatto indignare Orazio Amboni della segreteria della Cgil Bergamo che ha inviato una comunicazione.

«Una prima questione, di grande rilievo, riguarda i soggetti promotori: mentre finora le case di riposo erano strutture no profit strettamente legate alla comunità locale ora – e non è questo il primo caso nella nostra provincia – sono filiali di catene imprenditoriali nazionali o sovranazionali che scelgono questa attività come forma di investimento dalla quale si attendono profitti. Forse ci potrà essere qualche risparmio sugli acquisti del materiale, qualche ricaduta di efficienza amministrativa ma nulla potrà compensare la rottura del legame col territorio».

«La natura dichiaratamente profit di queste iniziative renderà assai ardua la collaborazione col mondo del volontariato e con gli stessi enti locali, che, non dimentichiamolo, si accollano, sotto varie forme, una parte consistente delle spese - continua Amboni -. Si illudono i Comuni che sperano, per questa strada, di dare una risposta ai bisogni degli anziani non autosufficienti. E sono soprattutto i comuni amministrati dal centro destra, e dalla Lega in particolare, a spingere in questa direzione. Una direzione sbagliata perché ora non sono più i posti letto in Rsa il principale bisogno ma il sostegno alla domiciliarità: tant'è vero che le liste d'attesa reali si sono dovunque ridotte».

E Amboni prosegue: «Basterebbe leggere i documenti ufficiali dell'Asl che già da qualche anno dichiarano e documentano come la dotazione di posti letto abbia una “notevolissima diffusione in ogni Ambito” (Documenti di Programmazione 2013). Un secondo aspetto riguarda il divario, che si va allargando, tra i posti “a contratto” (cioè quelli per i quali la Regione paga una parte della quota) e quelli semplicemente “autorizzati”, a totale carico degli utenti e delle loro famiglie: dalle poche decine di qualche anno fa, siamo ora arrivati a più di 500. All'aumento dell'offerta seguirà l'equiparazione di tutti i posti, a parità di spesa, il che significa una drastica riduzione del contributo regionale per posto letto con conseguente aumento della quota pagata direttamente dalle famiglie e dai Comuni (questa operazione viene presentata come “libera scelta” e realizzata attraverso il sistema dei voucher)».

C'è, poi, un altro aspetto che secondo la Cgil non va sottaciuto. «Perché Pontida? Con quale criterio? Dai dati pubblicati dall'Asl non risulta affatto che l'Ambito dell'Isola sia il più bisognoso di posti letto in Rsa. Anche senza contare i 100 (o 50?) promessi con questa inaugurazione, l'Ambito dell'Isola può oggi contare su 722 posti letto in RSA (di cui 695 a contratto), una media di 0,55 posti ogni 1000 abitanti, una media superiore a quella provinciale (0,53) e a quella di altri Ambiti Territoriali (Dalmine 0,31; Grumello 0,27; Valle Imagna 0,28; Seriate 0,37 …) e l'Ambito dell'Isola non ha nemmeno un tasso di anziani ultra ottantenni di particolare rilievo: ha il 3,66%, molto al di sotto della media provinciale (4,38). La spiegazione non sta nel bisogno e nella conseguente programmazione responsabile ma sta in un'operazione politica di trasformazione del welfare locale che viene favorita dalla compiacente e irresponsabile connivenza di alcuni enti locali».

Secondo Amboni «bisogna stare molto attenti a quel che succede con operazioni come questa perché le conseguenze ricadranno su tutto io sistema socio sanitario. Si parla, infatti, di 100 nuovi posti di cui metà in Rsa e metà in riabilitazione. Ma i posti letto di riabilitazione non solo sono bloccati, ma addirittura destinati ad essere ridotti e riconvertiti in tutta la Lombardia, e già si è iniziato. Qualcuno ha assicurato a questi “imprenditori” di lanciarsi pure nell'investimento? Qualcuno ha garantito loro che tanto, prima o poi, i soldi della Regione, per loro, arriveranno, magari tagliando da qualche altra parte? È davvero difficile pensare che un investimento così notevole riesca a sopravvivere economicamente solo a spese dei pazienti. Oggi le priorità sono altre: sono l'assistenza al domicilio, i nuclei specializzati per le demenze, i centri diurni, l'organizzazione di una rete di trasporti per disabili e non autosufficienti, la psichiatria e la neuropsichiatria infantile … una notevole espansione dei posti letto in casa di riposo proprio non serve, al massimo qualche posto per l'emergenza, ma non di più - conclude Amboni -. Chi ha il compito di programmare dovrebbe farsi sentire e esercitare il proprio ruolo, invece di affollare la platea plaudente. Sembrava che con l'uscita di scena di Formigoni l'impronta affaristica della Regione Lombardia fosse terminata; l'elicottero di Berlusconi e Maroni ci riporta alla triste realtà».

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