Donizetti, un grande teatro
Ma ormai il tempo lo ha ferito

Il parquet in pioppo del teatro Donizetti scricchiola sotto i passi. Usurato dal tempo, consumato dai grandi attori che hanno calcato la scena al Donizetti. Ma il problema non è solo questo: ci sono palchi in rovina, vecchi impianti e spazi dimenticati.

Il parquet in pioppo del teatro Donizetti scricchiola sotto i passi. Usurato dal tempo, consumato dai grandi attori che hanno calcato la scena al Donizetti. Ma il problema non è solo questo: ci sono palchi in rovina, vecchi impianti e spazi dimenticati. Ci sono crepe e muffa.


Il palcoscenico del teatro della città - sotto c'è una falegnameria dove si restaurano le poltroncine e si prepara tutto quello che serve per gli spettacoli - regala emozioni.

Grande, 500 metri quadrati, 22 metri di altezza. Molto di più, di quello che si vede dalla platea. Non ce ne sono molti in giro così. «È uno dei più grandi in Italia» spiegano gli addetti ai lavori.


Valerio Marabini, consigliere delegato per il teatro, si muove sul palcoscenico quasi da consumato attore. Del Donizetti conosce pregi e difetti, bellezze e (ahimè) le tante ferite. «Andrebbe tutto meccanizzato. Un teatro moderno non ha corde. Ma in questo momento forse è l'ultima delle priorità».

E se la meccanizzazione delle scenografie può attendere, la buca dell'orchestra no, dice il consigliere. Ci vuole un giorno a montarla e uno a smontarla. «Due giorni di programmazione persi ogni volta. E di costi. Con la meccanizzazione è sufficiente schiacciare un bottone. Avviene così nei teatro moderni».

Due pagine su L'Eco di Bergamo del 20 giugno

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