Viaggiare con i mezzi pubblici?
18enne di Valbrembo s'inventa una app

L'anti-Google? Porta i calzoncini corti ed è vicino a diplomarsi. Si chiama Davide Valsecchi, ha diciott'anni ed è bergamasco. E ha inventato MyPath, sistema di applicazioni che guida all'utilizzo di pullman, bus, tram e affini.

L'anti-Google? Porta i calzoncini corti ed è vicino a diplomarsi. Si chiama Davide Valsecchi, ha diciott'anni ed è bergamasco: abita a Valbrembo e sta affrontando gli esami di maturità dopo aver frequentato l'ultimo anno di liceo scientifico al Maironi da Ponte di Presezzo.

Un ragazzo normalissimo, se non fosse che si è appena inventato una sciccheria informatica, non riservata soltanto a nerd e cervelloni, ma in grado per certi versi di rivoluzionare il modo di muoversi di tutti, rilanciando con decisione il trasporto pubblico. Perché, MyPath è il sistema di applicazioni che guida all'utilizzo di pullman, bus, tram e affini, in sostanza un mix tra un navigatore satellitare e Google Maps. L'unico antidoto al monopolio del colosso americano, anzi qualcosa di più: «Sarebbe sciocco pensare che se una cosa esiste già, non si può immaginare di riproporla in termini diversi e, dove possibile, migliori.

Lo fa Google? Sì, ma accontentandosi di quello che c'è, si rinuncia alla caratterizzazione locale. Invece il mio prodotto ha diversi punti di forza: legandosi direttamente con i sistemi di trasporti pubblici delle singole città, la ricerca diventa più precisa, in quanto più specifica e meno generica». In un tempo in cui proliferano app per smartphone all'insegna della più totale inutilità, quella di Valsecchi rappresenta in realtà qualcosa di diverso. Il meccanismo è semplice: voglio arrivare da un punto A a un punto B in una determinata città? Benissimo: imposto sul mio cellulare, piuttosto che sul tablet o sul computer, i rispettivi indirizzi ed ecco apparire, in pochi secondi, la combinazione che fa per me, rispondendo alle mie esigenze: c'è la tratta più veloce, quella che prevede meno cambi e quella che comprende meno passaggi di zona (dunque la più economica).

Rispetto ai prodotti già in commercio, c'è anche la simulazione temporale. «Parti alle 12.31 dalla stazione con il bus numero 2, scendi alle 12.39 in viale Marconi e prendi la linea rossa della metropolitana dall'altra parte della strada, dopo un attesa di sette minuti. Arriverai a destinazione alle 13.01»: il programma ti direbbe testualmente qualcosa del genere, basandosi sulla rete di combinazioni tra i vari mezzi presenti in una determinata città e in un determinato giorno (con relativo ricorso all'orario invernale o estivo, piuttosto che feriale o festivo), con eventualità di ricalcolo qualora le tempistiche dei mezzi fossero meno precise dell'algoritmo informatico.

In sostanza, qualcosa di simile ai piani di volo relativi alle combinazioni di trasferimenti aerei, ma legato agli spostamenti all'interno di una qualsiasi realtà cittadina. Il tutto, al momento, non è ancora collegato al gps, che diventerà soltanto una funzione accessoria: in realtà, MyPath non è un classico navigatore, ma permette l'organizzazione di un percorso, secondo tempi e modalità precisi. In sostanza, ti puoi studiare l'itinerario prima di uscire da casa o, meglio ancora, consultarlo passo dopo passo tramite il cellulare o il dispositivo portatile. «Credo che questa mia idea possa servire per rendere più ecologica la città: la piattaforma è applicabile in qualsiasi luogo e chiaramente l'utopia sarebbe quella di potere viaggiare attraverso un'intera nazione basandosi sull'intreccio delle informazioni delle varie reti. Più concretamente, prima ci sarà da rivolgersi alle aziende di trasporti pubblici locali, alle quali si chiederà di fornire orari e dettagli. Per questo, mi auguro una fruttuosa collaborazione con le aziende cittadine: tutti quanti ne trarrebbero vantaggio».


Ma perché accontentarsi di una normale invenzione quando si può ideare anche tutto ciò che le ruota intorno? Visto che nel terzo millennio è opportuno che anche Archimede capisca qualcosa di marketing, Davide Valsecchi ha già preparato il passo successivo, puntando sulla pubblicità: «Vorrei dare visibilità alle attività commerciali della città, dagli alberghi ai ristoranti, fino ai negozi e ai centri commerciali: pagando una piccola quota, avrebbero l'opportunità di segnalarsi all'utente. Nella mia rotta, al momento del cambio di bus, ho bisogno di uno spuntino o di un acquisto? Ebbene, MyPath è pronto ad offrire una soluzione a portata di mano». Non solo l'applicazione in sè, ma ogni dettaglio curato nei minimi particolari: anche per questo, la creazione del cervellone bergamasco ha già fatto incetta di premi, dal concorso di Confindustria «Latuaideadimpresa» fino all'ottenimento di un fondo messo in palio dal Miur nel bando «Smart Cities and communities». Come sia successo che un liceale qualsiasi si cimentasse in qualcosa del genere, spaziando dall'informatica avanzata fino all'economia, è quasi inspiegabile, pensando anche al percorso educativo di Davide, che al liceo non ha affrontato niente del genere. «A scuola non ho mai studiato informatica, né mi sono mai confrontato con nessuno: ho giusto letto qualche libro di programmazione, quindi mi ritengo un autodidatta.

E l'idea di MyPath è venuta da sé: un giorno dovevo recarmi in centro a Bergamo con l'autobus, ho cercato gli orari su internet e ho stampato una tabella da tenere consultata. Da lì, ho pensato che avrei voluto semplificarmi la vita con la mia passione, ovvero il computer e ho iniziato a lavorare il mio progetto, puntando sul meccanismo dei passaggi successivi. In un anno, sono passato da una versione rudimentale a quella definitiva, aggiungendo sempre qualcosa di nuovo, dalle migliorie tecniche fino all'inserimento della pubblicità, trovando un grande incoraggiamento nella mia professoressa di italiano, Paola Ricchiuti. Ora, il progetto è ultimato: attendo la collaborazione delle aziende di trasporti e poi, in qualche settimana, si può partire». Anzi, no: come prima cosa c'è questo mesetto in cui anche MyPath deve starsene per un attimo in disparte nella testa di Davide Valsecchi. C'è quello stesso esame di maturità che stanno affrontando tutti gli studenti ordinari: quelli che giocano a pallone o alla playstation e che non stanno costruendosi una carriera da inventore.

Matteo Spini

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