Visite «hard» per due operaie
Quattro anni a un medico dell'Inps

Avrebbe palpeggiato due operaie durante l'ispezione a domicilio. «Una violenza subdola», l'ha definita nella requisitoria il pm, perché lui era il medico inviato dall'Inps e avrebbe approfittato della visita fiscale per mettere le mani addosso alle due giovani.

Avrebbe palpeggiato due operaie durante l'ispezione a domicilio. «Una violenza subdola», l'ha definita nella requisitoria il pm Carmen Pugliese, perché lui era il medico inviato dall'Inps e avrebbe approfittato della visita fiscale per mettere le mani addosso alle due giovani.

Mercoledì 26 giugno il camice bianco, un quarantottenne residente in Valcalepio, è stato condannato per entrambi gli episodi di violenza sessuale: quattro anni di reclusione, l'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e la sospensione per un anno dalla professione medica.

L'uomo, dopo che la convenzione con l'Inps è stata interrotta, ora esercita da privato: potrà continuare a farlo fino a che un'eventuale sentenza di condanna senza sospensione condizionale non venga confermata in Cassazione. Per il medico è stata riconosciuta l'ipotesi di violenza sessuale più attenuata. In più, è stato assolto dalla concussione che gli veniva contestata.

Secondo l'accusa, infatti, durante la visita, avvenuta nell'abitazione, a una delle due presunte vittime avrebbe intimato: «O stai ferma oppure faccio risultare che non ti ho trovato in casa».

Gli episodi sarebbero accaduti nell'agosto del 2011 ad Albino, a distanza di mezz'ora l'uno dall'altro. Il medico fiscale si era recato per un'ispezione nelle abitazioni di due giovani operaie dipendenti della stessa ditta e assenti dal lavoro per motivi di salute. Stando alle contestazioni, l'uomo avrebbe palpeggiato nelle parti intime le due donne, senza che ce ne fosse necessità. Una delle due era affetta da cistite e mal di schiena, l'altra soffriva di disturbi cervicali. La prima s'era recata dai carabinieri di Albino a sporgere denuncia e aveva poi raccontato l'episodio alla collega. La quale, ripensando a quanto accaduto anche a lei, aveva preso coscienza del fatto che la visita era stata «sopra le righe». Lei, però aveva deciso di non denunciare. Ma ieri, nell'ultima udienza davanti al collegio presieduto da Giovanni Petillo, un'amica presente nell'abitazione in quella circostanza, ha testimoniato che la giovane era uscita piuttosto sconvolta dalla stanza dove era rimasta con il medico. Il pm Pugliese aveva invocato una condanna a sette anni. Aveva ipotizzato violenze di una certa gravità, anche per il contesto in cui sarebbero maturate: e cioè un medico fiscale che con il suo ruolo di ispettore poteva influire - in caso di segnalazioni negative - sui rapporti di lavoro delle due donne e che aveva approfittato di una visita medica per palpeggiare nelle parti intime le operaie.

Il pubblico ministero aveva anche invocato la condanna per concussione. I difensori, gli avvocati Roberto Bruni e Francesca Pierantoni, avevano in prima istanza invocato l'assoluzione perché il fatto non sussiste per entrambi i reati. Il medico ha sempre negato gli addebiti, dicendo di aver condotto la visita secondo tutti i crismi. I legali hanno messo in discussione la credibilità della parte offesa che aveva presentato denuncia, sottolineando che la collega invece una querela non l'aveva nemmeno presentata. In subordine, tra le altre cose, i difensori avevano chiesto il riconoscimento dell'ipotesi più tenue per gli episodi di violenza, istanza che i giudici hanno alla fine accolto. La difesa ha già annunciato ricorso in appello.

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