Più di mille penne nere per Caprioli
Il figlio: «Il suo dono è la coerenza»

Giornata di lutto cittadino per i funerali di Leonardo Caprioli, il «presidentissimo» degli alpini. Il silenzio irreale su viale Papa Giovanni XXIII è stato rotto verso le 14,45 da un applauso quando è arrivato il carro funebre con le spoglie del reduce dalla campagna di Russia.

Giornata di lutto cittadino per i funerali di Leonardo Caprioli, il «presidentissimo» degli alpini. Il silenzio irreale su viale Papa Giovanni XXIII è stato rotto dai rintocchi della chiesa della Madonna delle Grazie e, verso le 14,45, da un applauso di almeno un migliaio di penne nere quando è arrivato il carro funebre con le spoglie del reduce dalla campagna di Russia.

Corteo con in prima fila il labaro del Consiglio nazionale dell'Ana, dietro il vessillo della Consiglio sezionale di Bergamo, una trentina di vessilli di sezioni nazionali e circa 300 gagliardetti in rappresentanza dei vari gruppi di alpini che hanno perso il loro punto di riferimento.

Presenti il sindaco Franco Tentorio e molti rappresentanti dell'Amministrazione comunale che hanno espresso le loro condoglianze alla moglie Anna, e ai quattro figli, Roberto, Giorgio, Marco e Luciana. Durante la celebrazione funebre le bandiere sono rimaste a mezz'asta su tutti gli edifici pubblici della città.

Chiesa di Madonna delle Grazie gremita: soltanto i parenti, le istituzioni, i rappresentanti del Consiglio nazionale e di quello sezionale di Bergamo hanno potuto accedervi. Il funerale è stato celebrato dall'arcivescovo emerito di Siena, il bergamasco Gaetano Bonicelli, insieme al parroco di Madonna della Grazie, monsignor Valentino Ottolini, e al cappellano militare, il bergamasco - ma di stanza ad Aosta - Andrea Riva.

Nella sua omelia Bonicelli ha ricordato il grandissimo impegno nella solidarietà di Caprioli che ha impresso una decisa svolta nell'attività dell'Ana, la prima volta che si erano incontrati, ovvero durante un pellegrinaggio sull'Adamello, quando Bonicelli aveva presentato Caprioli a Papa Giovanni Paolo II, e l'ultima, il Natale scorso nella casa per disabili di Endine Gaiano, un'opera realizzata proprio in virtù del contributo di Caprioli e delle penne nere.

Sull'altare è salito il figlio Giorgio che ha ricordato episodi di vita privata con il padre e ha sottolineato quale sia stato il suo più grande insegnamento: la coerenza. «Mi diceva sempre di pensare con la mia testa, di dire quello che pensavo e di fare quello che dicevo».

Sebastiano Favero, il presidente dell'Ana nazionale, incarico che aveva detenuto anche Caprioli, ha espresso tutta la sua grande tristezza per la scomparsa di «Nardo» pur nella consapevolezza che Caprioli resterà sempre una guida e un esempio per gli alpini e ha rammentato come insieme avevano progettato l'idea dell'asilo costruito in Russia, a Rossosh.

All'uscita dalla chiesa il feretro è passato attraverso un corridoio formato dai vessilli da una parte e dai gagliardetti dall'altra, mentre al cimitero di Bergamo, prima della sepoltura in forma privata, un applauso ha reso onore al labaro dell'Ana e all'esistenza terrena di un un alpino assolutamentte speciale.

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