Mons. Scotti nelle stanze del Papa
E ogni mattina gli prepara la Messa

È l'ombra silenziosa del Papa. È uno dei tre sacerdoti ammessi nelle stanze del pontefice. E non c'è mattina che lui e Papa Francesco non s'incontrino. Lui è mons. Assunto «Tino» Scotti, 58 anni, di Cologno al Serio e da 23 anni a Roma.

È l'ombra silenziosa del Papa. È uno dei tre sacerdoti ammessi nelle stanze del pontefice. E non c'è mattina che lui e Papa Francesco non s'incontrino. Lui è mons. Assunto «Tino» Scotti, 58 anni, di Cologno al Serio e da 23 anni a Roma.

Schivo e riservato, è decano del Collegio dei prelati chierici della Camera apostolica, nonché capo ufficio della Prima sezione della Segreteria di Stato. Si divide fra Casa Santa Marta e la Terza Loggia, dove c'è il suo studio raggiungibile dopo aver attraversato il corridoio affrescato dalle antiche mappe geografiche. Non ama i riflettori e a stento concede qualche battuta.

Da quando Benedetto XVI si è dimesso, il suo incarico lo ha visto sempre in posizione di primo piano durante i riti più suggestivi e segreti. Ora il nuovo impegno: la preparazione della messa delle 7 di Papa Francesco nella Cappella di Casa Santa Marta, l'alloggio che il pontefice argentino ha definito «Convitto» e dove occupa la stanza 201 al 2° piano. Con mons. Scotti, altri due sacerdoti sono ammessi a varcare la soglia dell'appartamento del papa: si tratta di don Alfred Xuereb e don Fabian Pedacchio Leaniz. Mons.


Scotti si alza presto, del resto la sveglia per Papa Bergoglio è fissa sulle 4.45, poco dopo è già in preghiera e vi resterà per almeno un'ora, meditando sulle scritture della Messa, mentre il sacerdote bergamasco è già indaffarato nei preparativi del rito.

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