386 giorni per una sentenza penale
Ma l’Italia della giustizia è in progresso

Alla fine del 2014 i cittadini italiani erano ancora gli europei che dovevano attendere più a lungo per una sentenza penale. Inoltre, le retribuzioni medie dei giudici a fine carriera erano seconde solo a quelle dei colleghi svizzeri e 6,4 volte superiori agli stipendi dell'italiano medio (solo in Ucraina e Romania questo rapporto era superiore).

Sono alcune delle indicazioni che emergono dall'ultimo rapporto del Cepej, l'organo del Consiglio d'Europa che ogni due anni fotografa il funzionamento della giustizia dei Paesi membri. Nel documento però, vicino alle «ombre» che ancora pesano sul sistema, figurano anche delle luci. «L'Italia - segnala infatti il ministero della Giustizia in una nota - fa registrare miglioramenti nella maggior parte degli indicatori-chiave di efficienza».

È il caso, ad esempio, dei tempi necessari per arrivare a una sentenza di primo grado nelle cause civili e commerciali. Con i 532 giorni del 2014 contro una media europea di 237 giorni, la giustizia italiana risulta ancora lenta, ma indubbiamente meno rispetto ai 600 giorni che erano stati registrati dal Cepej nel 2010. L'Italia resta invece al top per l'attesa di una sentenza di primo grado in un processo penale: 386 giorni. Inoltre, dal ministero di Via Arenula si segnala che l'Italia è al primo posto nella capacità di «smaltimento» degli affari civili iscritti, con un indice di ricambio pari al 119%, contro una media europea del 100%. Ciò significa che per ogni 100 nuovi affari iscritti nell'anno, i giudici italiani ne definiscono ben 119 (100 nuovi iscritti +19 di arretrato).

Quanto agli arretrati, a fine 2014 le cause civili e commerciali pendenti in Italia erano 2.758.091. In Francia, Paese secondo classificato per quantità di arretrati, le cause in attesa di giudizio erano «appena» 1.571.438. Ma il dato italiano, si osserva ancora dal ministero «risulta sensibilmente migliorato» rispetto al 2010 poiché le cause pendenti erano diminuite del 20%» e successivamente questo trend è continuato. Nel documento del Cepej si legge poi che tra il 2010 e il 2014, i guadagni generati dall'imposta che deve pagare chi usa i servizi della giustizia sono aumentati del 42%. E che nel 2014 queste entrate hanno coperto il 10% del costo del sistema giudiziario, un valore in linea con quello medio europeo.

Infine un'occhiata agli stipendi dei giudici. La retribuzione lorda a fine carriera (186.637 euro) nel 2014 risultava seconda solo a quella dei colleghi svizzeri (295.754 euro). Il salario lordo a fine carriera era 6,4 volte quello medio italiano. Un rapporto più favorevole è stato registrato solo per i giudici ucraini (8,5) e rumeni (7). Nel 2014 poi in Italia il 52% dei magistrati era donna, ma davvero poche arrivano alle corti supreme o diventano presidenti di tribunale.

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