I due fratelli morti nell'incendio 
Il padre disse: «Li ammazzo»

Un boato ha frantumato martedì mattina la tranquillità di Ono San Pietro, un piccolo paese della Valcamonica in provincia di Brescia, portandosi via i 12 anni di Andrea e i 9 del suo fratellino, Davide. La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo contro ignoti per duplice omicidio.

Un boato ha frantumato martedì mattina la tranquillità di Ono San Pietro, un piccolo paese della Valcamonica in provincia di Brescia, portandosi via i 12 anni di Andrea e i 9 del suo fratellino, Davide. È stato il rumore dell'incendio divampato nell'appartamento di Pasquale Iacovone, dove sono morti carbonizzati i suoi due figli. Lui stesso, gravissimo, è ora ricoverato al reparto grandi ustionati dell'ospedale di Padova con bruciature sull'85% del corpo.

La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo contro ignoti per duplice omicidio: nessun incidente, dunque, quelle fiamme sarebbero state provocate da qualcuno. E i sospetti si addensano proprio su Iacovone: una «tragedia annunciata» secondo il legale della moglie di Iacovone, Enrica Patti, da cui era separato da quattro anni (ora è legata a un uomo che gestisce un'attività a Rogno) e che lo aveva denunciato dieci volte per stalking tanto che, ha spiegato l'avvocato Pierluigi Milani, c'era un provvedimento restrittivo e lui non si poteva avvicinare alla donna e ai suoi parenti. In passato le aveva detto «ora me li porto 15 giorni al mare e poi non li vedrai più. Li ammazzo».

«Nessuno parli di incidente - ha detto Milani -. C'erano dieci denunce a carico di quest'uomo per stalking. Proprio ieri (luned' - n.d.r.) è stata fissata la prima udienza per un processo ad ottobre». E il giorno dopo, l'incendio.

Alle 9.30 il boato e subito sono intervenuti i soccorsi, i vigili del fuoco hanno lavorato per domare le fiamme, che hanno distrutto la camera da letto dell'appartamento al piano terra dove Iacovone viveva in affitto da tre anni. Lì, sul letto, sono stati trovati i corpi carbonizzati di Andrea e Davide. Nella stessa stanza il papà in fin di vita, per l'incendio forse causato dal contenuto di una tanica, probabilmente di benzina, ritrovata sul posto.

I bambini erano con lui da una decina di giorni. Ai figli Pasquale si poteva avvicinare, almeno per ora, anche se la madre, che abita nello stesso paese, voleva cambiare le cose. Il suo legale ha spiegato che agli atti ci sono sms in cui lui minacciava di non farle più vedere Andrea e Davide. Ma non solo. Ai bambini, ha raccontato Milani, aveva detto «avrete una mamma al cimitero e un papà in prigione».

L'ultima cosa che Iacovone ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, a inizio giugno, è proprio una foto del più piccolo, Davide, che giocava a calcio nella squadra del paese. Per il resto vignette, un messaggio il giorno dell'epifania per lamentarsi di una perquisizione notturna fatta mentre aveva Andrea e Davide con sé, e un altro di fine gennaio contro chi si era «messo in mezzo», «parliamo un pò di loro...così a Ono San Pietro avranno altro da parlare», ha scritto.

Ma oggi nel paese della Valcamonica che ha meno di mille abitanti di una sola cosa si parlava, la tragedia di quella famiglia, l'incendio, il rapporto difficile fra Pasquale e la moglie e, soprattutto, la morte di Andrea e Davide.

Su L'Eco in edicola mercoledì 17 due pagine sulla drammatica vicenda

© RIPRODUZIONE RISERVATA