Gdf, parla il colonnello Tomei:
Obiettivi? Scovare nuovi evasori

Quarantotto anni, – «un romano che si è lombardizzato», dice orgoglioso –, sposato, tre figli, da qualche giorno il colonnello Vincenzo Tomei guida il comando provinciale della Guardia di finanza.

Quarantotto anni, nativo di Roma ma ormai lombardo a tutti gli effetti – «Sono un romano che si è lombardizzato», dice orgoglioso –, sposato, tre figli, da qualche giorno il colonnello Vincenzo Tomei guida il comando provinciale della Guardia di finanza.

Colonnello, benvenuto a Bergamo. Ci dica chi è Vincenzo Tomei.
«Arrivo appunto da Milano, ma sono nativo di Roma. Mia moglie è brianzola e vivo vicino a Monza da ormai tanti anni: la Lombardia mi piace e non intendo andare via».

Conosceva già Bergamo?
«Ho fatto l'Accademia per 4 anni, tra l'altro nello stesso corso di De Roma e Trotta, i miei due predecessori. Ho un ottimo ricordo di Bergamo, bella città attiva. I bergamaschi sono noti per essere dei grandi lavoratori e in questi primi giorni ne ho avuto la conferma».

Cosa farete?
«L'obiettivo è individuare quelle sacche di evasori che non sono ancora emerse, anche se non è facile. Il tentativo va fatto perché non si possono sempre controllare i soliti noti. È un dovere nostro impegnarci per allargare la platea dei contribuenti, perché altrimenti paga sempre lo stesso e l'altro continua ad andare in giro impunito alle Mauritius e con il macchinone».

L'intervista integrale su L'Eco di Bergamo in edicola

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