Ono, i funerali dei due fratellini
Forse prima soffocati col cuscino

Lutto cittadino ad Ono San Pietro, in provincia di Brescia, nel giorno dei funerali dei fratellini Davide e Andrea Iacovone, morti martedì nell'incendio divampato nella casa del padre. Gremita la chiesa del piccolo paese della Vallecamonica.

Lutto cittadino ad Ono San Pietro, in provincia di Brescia, nel giorno dei funerali dei fratellini Davide e Andrea Iacovone, morti martedì nell'incendio divampato nella casa del padre. Gremita la chiesa del piccolo paese della Vallecamonica. Alle 15 sono iniziate le esequie celebrate da don Pierangelo Pedersoli, parroco di Ono San Pietro.

All'esterno della chiesa sono stati affissi tre striscioni per ricordare i fratellini di 9 e 12 anni. «Solo che non doveva andar così... solo che tutti ora siamo un po' più soli qui! Ciao angioletti Davide e Andrea» recita lo striscione firmato dagli animatori del gruppo estivo frequentato fino alla scorsa settimana dai due bambini.

«Come si fa a non essere turbati. È troppo grave ciò che é avvenuto; il modo in cui i ragazzini hanno concluso la loro vita proprio quando dovevano iniziarla». È questo un passaggio dell'omelia di monsignor Vigilio Olmi, vicario del vescovo di Brescia, che ha concelebrato i funerali. La chiesa del piccolo paese - circa mille abitanti - non ha contenuto tutte le persone che hanno voluto portare l'ultimo saluto ai due fratellini. All'uscita dalla chiesa, le due bare bianche sono state accolte da un lungo applauso. I compagni di scuola e di calcio di Davide e Andrea hanno lanciato nel cielo palloncini azzurri e bianchi.

I due fratellini, carbonizzati nel rogo della casa del padre lo scorso 16 luglio, sarebbero stati prima soffocati con un cuscino mentre dormivano. Questa è l'ultima ipotesi trapelata da fonti investigative che lavorano alla morte di Davide e Andrea.

Nei giorni scorsi si era parlato della possibilità che i bambini fossero stati avvelenati o narcotizzati prima dell'incendio dal padre Pasquale Iacovone. Per la conferma bisognerà comunque aspettare l'esito di ulteriori esami. Gli investigatori nel frattempo hanno inviato al Ris di Parma indumenti e reperti prelevati in casa.

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