Treviglio-Cassano, strada incubo:
in sei anni sono morte sei persone

Un rettilineo lungo 2.700 metri, con un limite di settanta chilometri orari che non tutti rispettano, nonostante la risaputa pericolosità e il numero di incidenti mortali accaduti. E così anche venerdì sera l'ex statale 11, nel tratto tra Treviglio e Cassano, si è confermata carreggiata ad alto rischio

Un rettilineo lungo 2.700 metri, con un limite di settanta chilometri orari che non tutti rispettano, nonostante la risaputa pericolosità e il numero di incidenti mortali accaduti. E così anche venerdì sera l'ex statale 11, nel tratto tra Treviglio e Cassano, si è confermata carreggiata ad alto rischio per automobilisti e soprattutto motociclisti.

Uno di questi era Fabio Riva, 50enne di Pontirolo, portinaio all'ospedale «Zappatoni» di Cassano, che ha perso la vita dopo essere stato tamponato da un'auto che ha poi trascinato lo scooter per un'ottantina di metri. Drammaticamente si ripropone la pericolosità di quel tratto e ogni volta ci si chiede quali siano i sistemi per porre un rimedio.

All'origine dei numerosi e precedenti incidenti c'è soprattutto l'imprudenza di chi è rimasto coinvolto, dettata da forte velocità, sorpassi azzardati e come spesso accaduto tanta disattenzione. I residenti sono stanchi di correre anche loro rischi ogni volta che si immettono sulla famigerata carreggiata.

Lo hanno confermato ancora ieri, non appena interpellati su un tema che mette paura e non sembra di non facile risoluzione. «Tutte le volte che ci immettiamo sulla ex statale bisogna farsi il segno della croce, per quello che potenzialmente ci aspetta» ha commentato un residente della Cascina Pezzoli. Tanti infatti i veicolo che sfrecciano ben oltre il limite consentito: «Basterebbe sistemare un autovelox come è stato fatto nel tratto di via Bergamo - ha sostenuto un commerciante della zona - e forse ci troveremmo meno mezzi a superare il limite dei settanta orari».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 21 luglio

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