Poste, tagli alle zone di recapito
E già si preannunciano disagi

Il taglio di un certo numero di zone per quel che riguarda il recapito postale, che a Bergamo città è scattato dallo scorso 22 giugno, ha già fatto emergere i primi disagi in quanto è aumentata la mole di lavoro per i postini, rimasti numericamente invariati.

Il taglio di un certo numero di zone per quel che riguarda il recapito postale, che a Bergamo città è scattato dallo scorso 22 giugno, ha già fatto emergere i primi disagi in quanto è aumentata la mole di lavoro per i postini, rimasti numericamente invariati.

Ma soprattutto si preannuncia una stagione invernale difficile per la distribuzione della corrispondenza in talune località montane poiché i portalettere, a seguito di una strategia aziendale, si vedranno costretti ad usare le moto invece delle auto.

È quanto fa sapere Rossana Pepe, segretario provinciale di Uilposte, organizzazione sindacale che, al contrario delle altre di categoria, non ha firmato questo tipo di accentramento con l'azienda. Rossana Pepe precisa: «Le zone tagliate non verranno eliminate bensì accorpate alle altre, determinando così un carico maggiore di lavoro e soprattutto non ci saranno più sostituti disponibili durante le ferie e gli infortuni dei portalettere».

Si tratta di una decisione presa da Poste Italiane a seguito del calo subito dalla corrispondenza cartacea. Sono 7 mila in tutta Italia le zone di recapito assorbite e 56 quelle tra Bergamo e provincia. Sempre sul nostro territorio il provvedimento sta coinvolgendo 70 applicati al recapito, in quanto riguarda anche gli addetti alle lavorazioni. I tagli in questione hanno preso il via il 10 giugno da San Pellegrino e il 22, sempre di giugno, dal capoluogo (dove le zone spalmate sulle altre sarebbero 3 ma di fatto risultano essere 4 perché una di Sorisole è stata accorpata alla città).

Oggi i tagli scatteranno a Clusone, Lovere Albino e Ponte San Pietro. Disagi si prevedono ad Albino poiché sono stati annunciati 8 tagli, circa il doppio rispetto ad altri Comuni.

Leggi di più su L'Eco di lunedì 22 luglio

© RIPRODUZIONE RISERVATA