Indagato sindaco di Valbondione:
l'accusa è appropriazione indebita

La Procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta per appropriazione indebita a carico del sindaco di Valbondione, Benvenuto Morandi, che figura così nell'elenco degli indagati, dopo che un risparmiatore aveva presentato una denuncia ai carabinieri di Clusone.

La Procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta per appropriazione indebita a carico del sindaco di Valbondione, Benvenuto Morandi, che figura così nell'elenco degli indagati, dopo che un risparmiatore aveva presentato una denuncia ai carabinieri di Clusone. Ma ci sarebbero anche altre denunce presentate direttamente in procura da un legale.

Adesso la vicenda dei presunti «buchi» lamentati da alcuni clienti della Private Banking della filiale di Intesa Sanpaolo di Fiorano, fino a 15 giorni fa diretta da Benvenuto Morandi - sindaco di Valbondione - è diventata materia per gli inquirenti. 

Giovedì 25 luglio uno dei risparmiatori, che avrebbe riscontrato ammanchi di denaro sul suo conto, aveva formalizzato una denuncia ai militari dell'Arma della compagnia di Clusone. Bocche cucite sull'identità dell'investitore che ha deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine: si tratterebbe di un imprenditore bergamasco, residente in Valle Seriana, a cui risulterebbero sparite alcune centinaia di migliaia di euro.

Nella sua denuncia l'uomo si sarebbe limitato a esporre i dati di fatto a lui noti: avrebbe detto di aver riscontrato irregolarità negli importi relativi alla sua posizione, registrando un ammanco abbastanza considerevole (alcune centinaia di migliaia di euro).

La vicenda ha cominciato a venire a galla nelle ultime settimane, in maniera piuttosto soft: nessuno, fra clienti e banca, tantomeno il sindaco Morandi, è voluto uscire allo scoperto con dichiarazioni nel merito. La banca ha avviato un'indagine interna e sospeso il direttore storico - Morandi, appunto - del settore Private.

Sui conti di parecchi investitori (almeno una ventina sarebbero imprenditori di grosso calibro della Valle) si sarebbero registrati ammanchi. Ma dove sono finiti i soldi? Investimenti andati male, o veri e propri ammanchi? Di chi è la responsabilità? Nei giorni scorsi alla filiale di via Milano, a Fiorano al Serio, si è assistito a una vera e propria processione di clienti, convocati dagli ispettori della banca, proprio per cercare di far luce su ogni singola situazione e ricostruire i fatti.

Ma un altro viavai è cominciato ieri, questa volta da e per la caserma dei carabinieri: i militari della compagnia di Clusone, infatti, nel tentativo di vederci chiaro in questa vicenda (fatta per ora soltanto di voci e sospetti più o meno vaghi), hanno deciso di acquisire informazioni da alcuni clienti della Private Banking. E proprio ieri uno degli investitori ha deciso di recarsi in caserma per formalizzare una denuncia, che a questo punto potrebbe dare il là a un'altra inchiesta, stavolta non interna alla banca, ma penale.

«Di denunce – diceva ieri sera Angelo Capelli, avvocato di Morandi – noi non ne sappiamo nulla. Se ne arriveranno, ne valuteremo la sostanza e decideremo la linea. Nel frattempo, il dialogo con la banca è aperto e per il resto io e il mio assistito abbiamo deciso di non rilasciare dichiarazioni se non questa: Benvenuto Morandi non si è tenuto, anzi non ha preso, nemmeno un centesimo. E vorrei chiarire che Morandi non è un promotore finanziario che raccoglie gli importi e poi li versa all'istituto a cui è legato: il mio assistito - conclude Capelli - è un dipendente di Intesa San Paolo, è la banca, non uno che porta i soldi dei clienti e, magari, nel viaggio decide di scappare col bottino. Lo sottolineo, perché le modalità di rapporto con il cliente e con l'istituto sono molto diverse».

Nel frattempo, la «bomba» è scoppiata e in Val Seriana - soprattutto nella media valle - la vicenda è sulla bocca di tutti. L'idea? Che il «bubbone» non sia ancora del tutto scoppiato, ma che tra i clienti a sei zeri della Private Banking l'esasperazione stia salendo a livello rosso. I prossimi giorni saranno decisivi, se qualcun altro si decida a parlare.

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