Due spade intatte del Seicento
arricchiscono il museo a Gromo

Il museo delle armi bianche di Gromo si è arricchito di due nuove spade, fabbricate proprio a Gromo nel secolo XVII e appartenenti, fino a qualche tempo fa, a privati. Sono state collocate in una delle sale del museo che, nel suo genere, è unico in Italia.

Il museo delle armi bianche di Gromo si è arricchito di due nuove spade, fabbricate proprio a Gromo nel secolo XVII e appartenenti, fino a qualche tempo fa, a privati. Sono state collocate in una delle sale del museo che, nel suo genere, è unico in Italia.

Sulle pareti delle sale espositive affreschi del 1500 raffigurano la compravendita delle armi fabbricate in loco (spade, pugnali, alabarde, coltellazzi, armature) e i personaggi intenti nelle trattative indossano abiti caratteristici dell'epoca. Un quadro significativo della vita di allora, quando Gromo apparteneva alla Serenissima repubblica di Venezia.

Andrea Zanoletti, responsabile del Museo delle armi, ha illustrato, a grandi linee, il periodo in cui Gromo, in Europa, si affiancava dignitosamente a Toledo e a Solingen nella fabbricazione e nello smercio di armi bianche. «Quelle di Gromo – ha sottolineato – venivano fabbricate con il metallo estratto dalle miniere della valle ed erano di un acciaio molto resistente. Una curiosità: alcune armi portavano impressa la scritta "En Toledo". È ancora un mistero se si trattasse di una falsificazione del marchio della città spagnola, oppure se venissero commissionate dalla stessa città, proprio per l'acciaio di ottima qualità».

A seguire la visita al Museo e lo «scoprimento» delle due spade da parte di Luigi Santus, ex sindaco di Gromo e appassionato d'armi bianche, che ha recuperato le due spade e le ha donate in comodato al Museo, da lui voluto e realizzato. Ha spiegato: «Si tratta di due lame stupende, risalenti al 1600: una apparteneva alla famiglia Zucchinali e l'altra alla famiglia Scacchi-Aquilina. Sono ancora intatte e probabilmente non sono mai state usate in combattimenti».

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