Pozze senz'acqua o bollenti
Una strage di pesci nel Brembo

Questa volta l'inquinamento non c'entra. A provocare una strage di pesci, domenica 28 luglio nel Brembo, è stata la mancanza d'acqua o le temperature alte di quest'ultima. Migliaia di esemplari morti o agonizzanti sono stati rinvenuti tra Bonate Sotto e Filago.

Questa volta l'inquinamento non c'entra. A provocare una strage di pesci, domenica 28 luglio nel Brembo, è stata la mancanza d'acqua o le temperature alte di quest'ultima. Migliaia di esemplari morti o agonizzanti sono stati rinvenuti nella zona «Isolotto-Cantacucco» tra Bonate Sotto e Filago, con un grave danno all'ecosistema.

E sotto accusa finisce l'Enel, che però assicura di aver garantito il deflusso minimo vitale d'acqua al fiume. Una moria di migliaia di pesci, vaironi, avannotti, sanguinerole, bavose (bose in dialetto) e coviti, nonché di gasteropodi di fiume, un tipo di molluschi.

La strage di pesci e lumachine, che porterà uno scompenso all'ecosistema del fiume per un paio d'anni, è avvenuta tra sabato e domenica e la causa stavolta non è da imputare a nessun tipo di inquinante ma alla mancanza di acqua.

A fare la brutta scoperta è stato Roberto Marra, delegato all'Ambiente del Comune di Filago, durante una passeggiata lungo il fiume Brembo. «Ho notato che il fiume in alcuni punti verso la zona di Cantacucco a Filago non aveva un filo d'acqua, così ho voluto risalire il fiume per curiosità. Nella zona chiamata "Isolotto del Brembo" ho visto alcune pozze d'acqua piene di migliaia di piccoli pesci morti e tanti altri in fin di vita nella poca acqua rimasta. Ho avvertito subito le Guardie ecologiche del Plis del Basso Brembo perché potessero intervenire ma soprattutto informarsi se l'Enel a Ponte San Pietro facesse defluire un po' d'acqua per permettere la vita alla fauna e alla flora lungo il corso del fiume Brembo».

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