Morto l'antifascista Bartoli
Comandò la «Brigata Partigiana»

È morto venerdì 2 agosto, nella sua casa in via Albricci 9 a Bergamo, Giacomo «Mino» Bartoli, 93 anni, l'antifascista che fu comandante della «Brigata Partigiana Giustizia e Libertà-Cacciatori delle Alpi», formazione clandestina tra le più efficienti.

È morto venerdì 2 agosto, nella sua casa in via Albricci 9 a Bergamo, Giacomo «Mino» Bartoli, 93 anni, l'antifascista che fu comandante della «Brigata Partigiana Giustizia e Libertà-Cacciatori delle Alpi», formazione clandestina tra le più efficienti nella lotta di Liberazione.

La sua Brigata, che comandava sotto il falso nome di Raniero Ranieri, non era molto numerosa, ma si muoveva ben organizzata e controllava un po' tutto il versante bergamasco delle Orobie. Bartoli, che era sposato con Clementina Goggi, titolare del noto negozio di articoli sportivi, durante la Seconda guerra mondiale era stato fatto prigioniero a Milano, ma era sfuggito alla fucilazione e aveva continuato a combattere sulle nostre valli.

Alla guida della «Brigata», Bartoli ripudiò sempre la violenza gratuita. Nel 2009 il sindaco di Bergamo Franco Tentorio l'aveva insignito della medaglia d'oro della città con la motivazione: «Comandante partigiano, ferito e arrestato, per poco scampò alla morte. Subito dopo la Liberazione si impegnò in attività di riconciliazione con i precedenti avversari politici».


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