Il ristorante non fa per i giovani
Clienti under 35 sempre più rari

Pochi clienti, pochissimi giovani. Un sondaggio effettuato da Confesercenti tra circa 60 ristoranti di Bergamo e provincia ha dato un responso poco incoraggiante per la categoria. Parafrasando un celebre film, si potrebbe dire che quelli bergamaschi “non sono ristoranti per giovani”.

Pochi clienti, pochissimi giovani. Un sondaggio effettuato da Confesercenti tra circa 60 ristoranti di Bergamo e provincia ha dato un responso poco incoraggiante per la categoria. La crisi, evidentemente, continua a pesare: il 43,8% degli intervistati ha infatti definito “scarsa” l'occupazione media dei tavoli nei primi sei mesi dell'anno. Il 40,6% la considera “sufficiente”, solo il 15,6% si sente di definirla “buona”.

Colpisce anche l'età media della clientela: in più della metà dei ristoranti si colloca nella fascia compresa tra i 35 e i 46 anni, nel 46,9% dei locali va dai 46 ai 64 anni. La fascia compresa tra i 24 e i 34 anni è invece in maggioranza solo nel 3,1% dei casi. Parafrasando un celebre film, si potrebbe dire che quelli bergamaschi “non sono ristoranti per giovani”.

“Visto che nella maggior parte dei ristoranti la presenza degli under 35 non è certamente prevalente e che i tassi di occupazione dei tavoli risultano sufficienti o addirittura scarsi bisognerà riflettere a fondo sulle strategie da adottare – spiega Francesco Traini, responsabile degli esercizi pubblici di Confesercenti -. Ad esempio, si potrebbe pensare a manifestazioni mirate, tematiche e convenienti, che servano ad incentivare l'uscita a cena anche tra coloro che, per scelta o per motivi economici, non sono abituati a farlo. Quanto ai giovani in particolare, si potrebbe pensare di abbinare all'offerta culinaria anche una proposta culturale, artistica o musicale”.

Un'altra via maestra da seguire è quella tracciata da Internet, visto che il 90,6% dei ristoranti interpellati ha un sito. Più della metà ha aperto una pagina Facebook e sono sempre più numerosi quelli che “cinguettano” su Twitter: in totale, il 71,9% è presente sui social network. Si tratta di un canale comunicativo innovativo, che però occorre imparare a sfruttare al meglio.

“Bisogna investire in campagne pubblicitarie mirate su questi mezzi, visto che i loro utilizzatori principali sono proprio i giovani – continua Traini -. Inoltre, le inserzioni sui social network hanno un rapporto tra costi e risultati nettamente migliore rispetto a quello garantito dai mezzi di pubblicità tradizionali”.

Quanto alla tipologia di clientela, prevale quella di tipo “business” (34,4%), seguita da famiglie (31,3%), coppie (25%) e gruppi (3%). La provenienza è provinciale (per il 43,8% dei ristoranti) o comunque lombarda (53,1%). Sorprende il dato dei turisti stranieri, che rappresentano la maggioranza della clientela solo nel 3,1% dei ristoranti interpellati. Anche in questo caso sarà opportuno elaborare strategie di comunicazione e marketing rivolte ai “buongustai” esteri, nella consapevolezza che i prodotti tipici bergamaschi possono far gola a tutto il mondo.

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