Fiorano, un'artigiana racconta
«Spariti la metà dei miei soldi»

Poche centinaia di metri. Da dove i soldi uscivano (il negozio) a dove entravano (in banca), la distanza era davvero minima. Eppure veniva saltata a pie' pari da qualche telefonata (poche all'anno) che riempiva di soddisfazione.

«Andava sempre tutto bene, erano trent'anni che andava tutto bene. Invece che batosta». Giovanna, nome di fantasia scelto per questa signora distinta della media Valle Seriana, racconta con aria mesta la sua storia di «cliente tradita dalla fiducia riposta in Benvenuto Morandi che in banca l'ho visto crescere».

Le parole escono a tratti, il ricordo della fatica fatta per mettere da parte («lira dopo lira») i soldi poi affidati al Private banking di Intesa Sanpaolo, a Fiorano al Serio, le vela di lacrime gli occhi truccati con un filo di eye-liner. E la voce si incrina, mentre pensa che a condividere con lei quella fatica in laboratorio c'era il marito, mancato da un po'.

Lavorare e ancora lavorare: di tempo per andare in banca non ce n'era, e poi pensava a tutto lui, il Morandi che era di famiglia. «Che delusione, che rabbia – sbotta Giovanna accendendosi una sigaretta –. Ho sempre avuto la massima fiducia in Morandi, fin da quando era entrato in banca da semplice impiegato, trent'anni fa. E me l'ha ripagata così» aggiunge dopo una pausa, abbassando sconsolata gli occhi e la voce.

Giovanna racconta di sentirsi «comunque fortunata, nella batosta: ho scoperto che sul conto sono rimasti la metà dei soldi che pensavo di avere, mentre so di altri clienti che non hanno più niente». Quanti fossero quei soldi non lo vuole precisare, ma «erano tanti, per me che li avevo guadagnati con tanto sacrificio, erano tanti». Centinaia di migliaia di euro di sicuro: sotto questa cifra entri in banca, non al Private.

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